Beatrice, 15 anni, muore travolta dal treno... il suo zaino non è stato agganciato e la banchina non era affollata... si pensa ad un suicidio.

Amava la lirica, era un soprano, suonava l’oboe e il pianoforte ed era molto brava. Tutte le mattine si recava a scuola prendendo il treno, insieme ai suoi compagni.

Ma cosa c’è dietro la morte di Beatrice? Forse l’ennesimo caso di suicidio perché bullizzata. Le telecamere della stazione mostrerebbero che la ragazzina sia arretrata volontariamente verso il binario.

Gli agenti nella sua stanza hanno trovato un diario con su scritto la sua voglia di farla finita: le scuse ai genitori e sull’ultima pagina la parola “Addio”.

La musica che riempie le vite di tutti noi non è riuscita a salvare Beatrice dal senso di vuoto intorno a lei, non è riuscita a colmare quel senso di inquietudine e solitudine che gli adolescenti di oggi si cuciono addosso come un tatuaggio.

Ragazzi sempre più soli, che non riescono a sfidare la vita ma preferiscono farla finita perché fragili, troppo fragili, per combattere.