La visita di due giorni in Turchia del segretario di Stato Usa Rex Tillerson si è conclusa venerdì con il colloquio con il suo omologo turco, il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu.

Che cosa ha detto Tillerson nella conferenza che ha riassunto i temi discussi? Che la Turchia ha pieno diritto di salvaguardare i propri confini, auspicando però da parte di Ankara una maggiore cautela per quanto riguarda l'intervento militare in Siria, nella regione che fa capo alla città di Afrin, per evitare un escalation delle tensioni già in atto.

Le parole di Tillerson, tradotte dal linguaggio diplomatico nel linguaggio di tutti i giorni, equivalgono ad un ben servito ai curdi, finora supportati dagli Stati Uniti, che erano stati determinanti per sconfiggere le forze militari dello Stato Islamico.

Pertanto, l'enclave curda del nord della Siria difesa dalle milizie dell'YPG è quasi ufficialmente abbandonata a se stessa, alla mercé dei piani di Erdogan che non prevedono alcuno spazio per l'indipendenza dei curdi ed il riconoscimento internazionale per una loro nazione.

Ed i colloqui tra Tillerson e Cavusoglu hanno probabilmente trattato anche di Manbij, quasi certamente prossimo obbiettivo dell'esercito turco, che attualmente ospita nell'area circostante 2mila marines, di cui è probabile lo sgombero nel momento in cui le forze armate turche avranno ritenuta chiusa la "pratica" di Afrin, decidendo così di proseguire ad est in quella che oramai dovrebbe essere definita operazione di pulizia etnica contro i curdi.

Nel frattempo, l'agenzia di stampa Sana ha riportato le dichiarazioni di un medico di un ospedale di Afrin che, dopo aver ricoverato sei pazienti feriti in seguito ad un bombardamento di un villaggio nei pressi del confine turco, non ha escluso la possibilità che fossero stati vittime di un attacco dove è stato fatto uso di gas, a causa delle loro difficoltà respiratorie e del fatto che avessero le pupille dilatate.

Le milizie dell'YPG hanno rilanciato la notizia per sottolineare la possibilità dell'uso di gas da parte della Turchia. Ankara, di contro, ha negato di aver fatto uso di gas, catalogando l'accusa come "sporca propaganda".