La grave carenza di medici e infermieri è una delle problematiche più gravi che il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) italiano sta affrontando negli ultimi anni. Non si tratta di una mera questione di numeri insufficienti, ma di una vera e propria crisi strutturale che mina la sostenibilità e l’efficienza del sistema sanitario pubblico. L’assenza di professionisti, la scarsità di risorse e il deteriorarsi delle condizioni di lavoro stanno creando un divario sempre più ampio tra il settore pubblico e quello privato. Un fenomeno che, di fatto, favorisce la sanità privata, privando della medicina di qualità e della prevenzione chi non ha i mezzi per rivolgersi a strutture a pagamento, creando una frattura pericolosa e ingiusta tra chi può permettersi le cure e chi non può.
Il problema della carenza di personale medico e infermieristico non è una novità. Secondo i dati della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (FNOMCeO), nel 2023 in Italia mancano oltre 12.000 medici ospedalieri e specialisti, un numero che potrebbe crescere ulteriormente nei prossimi anni. La situazione è altrettanto critica per gli infermieri: si stima che ci siano oltre 50.000 posti vacanti in tutto il territorio nazionale, con una previsione di carenza di 70.000 infermieri entro il 2030, se non si interverrà immediatamente. Nonostante l’emergenza evidente, le risposte politiche sono state insufficienti e spesso tardive, non riuscendo a colmare il vuoto lasciato dalla mancanza di risorse e di personale. A peggiorare la situazione, le politiche di austerità degli ultimi anni hanno ridotto progressivamente i fondi destinati alla sanità pubblica, limitando la possibilità di reclutare e mantenere professionisti qualificati.
Questa carenza di personale e risorse ha spinto sempre più cittadini a rivolgersi al settore privato per curarsi, creando una disuguaglianza inaccettabile. Chi ha i mezzi economici può usufruire di tempi di attesa più brevi e di una qualità dei servizi che nel pubblico è sempre più difficile trovare. Infatti, secondo un’indagine dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), circa il 25% degli italiani ha scelto negli ultimi anni di utilizzare servizi sanitari privati a causa dei lunghi tempi di attesa e della difficoltà di accesso a cure tempestive nel SSN. Questo fenomeno ha alimentato un divario crescente tra chi può permettersi di pagare per cure più rapide e chi invece è costretto a subire le lunghe attese del sistema pubblico.
Inoltre, con la carenza di medici e infermieri nelle strutture pubbliche, la medicina di prevenzione, fondamentale per evitare l’insorgere di gravi malattie, è sempre più penalizzata. Il piano nazionale di prevenzione, che dovrebbe garantire screening regolari e interventi precoci, sta diventando sempre meno accessibile per chi dipende dal sistema pubblico, favorendo indirettamente chi ha accesso alla sanità privata. Questo alimenta una pericolosa disuguaglianza sociale, poiché chi non ha risorse economiche sufficienti è destinato a rinunciare a cure fondamentali o a subire diagnosi tardive.
La crisi del Sistema Sanitario Nazionale non è solo un problema di numeri, ma anche di sostenibilità. Secondo i dati del Rapporto annuale del Ministero della Salute, l’Italia ha un numero di medici per abitante che è tra i più bassi d’Europa, con 2,7 medici ogni 1.000 abitanti, contro la media dell’OCSE che è di 3,8 per 1.000 abitanti. La scarsità di medici e infermieri si riflette anche sulla qualità dei servizi: le strutture sanitarie pubbliche sono sempre più sovraccariche, i tempi di attesa per visite specialistiche e interventi chirurgici sono in continuo aumento, e molti ospedali sono costretti a fare i conti con il rischio di chiusura o di riduzione delle prestazioni.
Inoltre, la professione sanitaria in Italia è sempre meno attrattiva, a causa di salari non competitivi, orari di lavoro troppo lunghi e, spesso, condizioni di lavoro difficili. Questo fenomeno ha portato a un esodo di professionisti verso l’estero, dove le condizioni di lavoro sono più favorevoli e i salari più alti. Secondo un’indagine della Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FOPI), circa il 20% degli infermieri italiani sta considerando di trasferirsi all’estero, soprattutto in Paesi come la Germania, la Francia e il Regno Unito, dove la domanda di personale sanitario è in forte crescita.
Le politiche adottate finora per affrontare la carenza di medici e infermieri si sono rivelate insufficienti. Tra gli interventi più discussi ci sono stati il potenziamento delle borse di studio per le scuole di specializzazione e la stabilizzazione dei contratti precari. Tuttavia, queste misure non hanno risolto il problema alla radice, e le soluzioni strutturali sono ancora lontane. Il governo dovrebbe intervenire con un piano organico che preveda non solo l’assunzione di nuovo personale, ma anche l’adeguamento dei salari e il miglioramento delle condizioni di lavoro, per evitare che il sistema sanitario pubblico continui a perdere personale qualificato.
Inoltre, è fondamentale un investimento massiccio nella medicina di prevenzione e nella formazione continua dei professionisti, per garantire un’assistenza di qualità a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro reddito. La creazione di una rete di assistenza che garantisca servizi tempestivi e accessibili è essenziale per ridurre il divario tra la sanità pubblica e quella privata, e per evitare che la salute diventi un privilegio per pochi.
La carenza di medici e infermieri è una delle sfide più gravi per il Sistema Sanitario Nazionale, e l’inerzia politica rischia di far precipitare la situazione. La sanità privata sta prendendo piede a discapito del SSN, con il risultato che chi non ha risorse economiche è sempre più penalizzato nell’accesso alle cure, alla prevenzione e alla diagnosi precoce. La politica deve riconoscere la gravità della situazione e adottare misure concrete e tempestive per rafforzare il sistema pubblico, tutelando così il diritto alla salute di tutti i cittadini, senza discriminazioni economiche.
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Fonti:
Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (FNOMCeO)
Rapporto annuale del Ministero della Salute, 2023
Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT)
Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (FOPI)