A Vicenza i 5 Stelle non si presentano alle comunali e la Lega elegge al primo turno il proprio candidato, Francesco Rucco. A Catania, nella Sicilia roccaforte dei pentastelalti, vince il candidato del centrodestra Salvo Pogliese, che prevale sul sindaco uscente, Enzo Bianco del Pd.

Quale sia la strategia politica del Movimento 5 Stelle, dopo il 4 marzo, è difficile comprenderlo. Per voler governare a tutti i costi il Paese si sono consegnati, in toto, alla Lega che adesso gestisce sia il governo che le scelte politiche dei 5 Stelle, con Di Maio che si affanna a correr dietro a Salvini dichiarando che quanto preteso da quest'ultimo è ciò che i grillini avevano sempre detto e voluto.

Un cupio dissolvi di quanto ottenuto alle ultime politiche che ha quasi dell'incredibile e certificato dalle amministrative del 10 giugno che hanno coinvolto 760 comuni e circa 7 milioni di italiani.

Infatti, a stravincere questo turno elettorale, al di là dei ballottaggi del 24 giugno, è stato il centrodestra. E a vincere all'interno del centrodestra è stata, ancora una volta, la Lega. Il Movimento 5 Stelle, invece, rimane fuori da quasi tutti i ballottaggi nei capoluoghi di provincia, ad esclusione di Ragusa, dove ha governato negli ultimi cinque anni, Terni ed Avellino.

Ma per Di Maio il voto è andato bene, perché al primo turno i candidati 5 Stelle hanno vinto a Crispiano in Puglia, a Ripacandida in Basilicata, a Pantelleria in Sicilia, a Castel Di Lama nelle Marche... Contento lui!

«Ogni volta che ci sono delle elezioni amministrative - ha detto Di Maio - i media raccontano sempre la solita solfa, che siamo in affanno, che rispetto alle politiche è andata male e che quindi siamo prossimi alla scomparsa. E' una lettura che continuano a riproporre da 5 anni a questa parte, che si è sempre rivelata falsa e che si rivelerà tale anche questa volta. Rispetto al 2013 abbiamo la possibilità di triplicare i nostri sindaci e questo è il nostro obbiettivo per i ballottaggi del prossimo 24 giugno», ricordando di avere la possibilità di conquistare al secondo turno "megalopoli" come Imola ed Acireale.

Ma allora perché i 5 Stelle hanno rinunciato, se tenevano così tanto alle amministrative 2018, a presentarsi a Siena e Vicenza? Inoltre, bisogna anche aggiungere che, nella Roma governata da Virginia Raggi, i 5 Stelle perdono i due municipi chiamati al voto, con il centrosinistra che vince al Municipio VIII (Garbatella), mentre nel III municipio sarà ballottaggio tra centrosinistra e centrodestra.

E come Di Maio, anche il segretario reggente del Partito Democratico Maurizio Martina è felicissimo del risultato ottenuto domenica: «Dati incoraggianti, risultati su cui costruire la nuova stagione del partito e del centrosinistra.»

Di cosa si compiace Martina? Di essere andato al ballottaggio a Siena, Pisa, Massa, Ancona - città dove una volta la sinistra avrebbe normalmente stravinto al primo turno - Brindisi e Sondrio. Inoltre, i dem riconquistano al primo turno la città di Brescia e stravincono a Trapani con oltre il 70% dei consensi.

Da metter via sotto il tappeto, invece, oltre al risultato di Catania, anche quello di Terni, una volta roccaforte storica della sinistra, dove al secondo turno si sfideranno centrodestra e 5 stelle. Ma Martina è contento.

Inutile aggiungere la soddisfazione della Lega, espressa in un tripudio di post di autoesaltazione per i candidati vittoriosi, i comuni vinti e... i migranti respinti in Spagna. En plein!