Al termine della giornata di giovedì, mentre centinaia di migliaia di persone rimaste senza più una casa devono continuare ad affrontare freddo, fame e disperazione, il bilancio delle vittime dei due terremoti che hanno colpito Siria e Turchia ha superato quota 20mila. Un numero già adesso superiore agli oltre 17mila morti del 1999, quando un terremoto altrettanto forte colpì la Turchia nord-occidentale.

Oggi il salvataggio di un bambino di 2 anni dopo esser rimasto intrappolato per ben 79 ore tra le macerie di un edificio crollato a Hatay in Turchia, insieme a quello di numerose altre persone, ha dato morale alle squadre di ricerca e soccorso. Ma con il passare delle ore le speranze di trovare nuovi sopravvissuti  stanno progressivamente svanendo.

Invece, nella Siria abitata dai curdi, probabilmente non sono neppure iniziate, poiché le squadre di ricerca e soccorso  - esclusa una singola eccezione - in quella regione non sono state inviate e solo giovedì un primo convoglio delle Nazioni Unite che trasportava aiuti ai siriani ha potuto  attraversare il confine dalla Turchia.

La situazione è tragica perché i senza tetto non hanno alcun tipo di riparo e hanno bisogno di riscaldarsi e di nutrirsi. In Siria c'è anche un'emergenza acqua, perché i bacini idrici che la rifornivano sono crollato a causa del sisma. Pertanto, ai già enormi problemi in corso si aggiunge anche quello di possibili epidemie, a partire dal colera.