Primo. La Giornata della Terra è una ricorrenza nazionale per il popolo palestinese. Il 30 marzo, il popolo palestinese ha ribadito le proprie convinzioni, che fanno riferimento ad uno Stato palestinese libero e al diritto al ritorno nelle città e nei villaggi da cui il popolo palestinese è stato costretto ad andare via nel 1948 dalle bande sioniste. Le convinzioni dei palestinesi non saranno mai soggette né a compromessi, né a concessioni.

Secondo. Hamas ribadisce lo stesso messaggio delle vittime palestinesi uccise dalle forze di occupazione israeliane nel 1976, dopo che le autorità dell'occupazione avevano tentato di espropriare migliaia di dunum [unità di misura terriera, ndr] delle loro terre. Il messaggio delle vittime palestinesi recita: "Il popolo palestinese non permetterà all'occupazione israeliana di rubare terre palestinesi con finti pretesti". I palestinesi riprenderanno un giorno le loro terre e la libertà dopo la fine dell'occupazione israeliana.

Terzo. Tutti i palestinesi, ovunque risiedano, sono sottoposti a un feroce attacco
da parte dell'occupazione israeliana e degli Stati Uniti, che fornisce un sostegno assoluto ai leader dell'occupazione. Hamas pensa che il processo illegale sponsorizzato dagli Stati Uniti di concedere terre arabe e palestinesi all'occupazione sia un atto di sfida contro il mondo intero e uan violazione del diritto internazionale.

Quarto. La partnership tra tutte le fazioni palestinesi per gestire le questioni nazionali è una necessità imprescindibile per il popolo palestinese.

Quinto. La sofferenza sopportata dai detenuti palestinesi nelle carceri israeliane deve spingere le nazioni arabe e islamiche e le persone libere del mondo ad agire immediatamente per fermare le violazioni commesse dall'occupazione israeliana.

Sesto. Hamas chiede a tutti i palestinesi che vivono nella Palestina occupata o nella diaspora di partecipare alla manifestazione organizzata per il 30 marzo 2019, per commemorare il primo anniversario della Grande Marcia del Ritorno, per chiedere la fine dell'assedio di Gaza e attuare la risoluzione 194 dell'ONU.


Così Hamas, ha annunciato la manifestazione che si è svolta ieri a Gaza per commemorare il 43esimo anniversario del "Giorno della Terra", che ricorda le sei vittime palestinesi in Galilea durante le proteste contro la confisca delle terre arabe, e soprattutto il primo anniversario della "Grande Marcia del Ritorno", contro il blocco israeliano di Gaza, in cui sono stati uccisi dall'esercito israeliano oltre 200 manifestanti, mentre 29mila son stati quelli feriti.

Sono state decine di migliaia i palestinesi che sabato hanno dimostrato nella Striscia, supportati da cinque accampamenti di tende allestiti nella fascia orientale di Gaza a qualche centinaio di metri dalle barriere che segnano il confine con Israele.

Confine che gli israeliani hanno "difeso" nuovamente ricorrendo alle armi, tanto che a fine giornata sono stati tre i palestinesi vittime dei cecchini israeliani, oltretutto minorenni, e circa 150 quelli feriti.


Mentre si manifestava, sono continuati anche i colloqui tra israeliani e egiziani che fanno da mediatori per conto di Hamas per discutere tra le parti una tregua basata su alcune concessioni da parte del Governo di Tel Aviv - aumento del numero di camion e merci che da Israele entrano a Gaza, estensione della zona di pesca a 12 miglia, aumento delle forniture elettriche nella Striscia, allentamento delle restrizioni israeliane all'importazione ed esportazione delle merci palestinesi, ripresa dei trasferimenti di fondi provenienti dal Qatar - in cambio, da parte di Hamas, di uno stop al lancio di razzi e della promessa di tenere lontano dal confine con Israele le future manifestazioni della Grande Marcia del Ritorno.

Ufficialmente, nessuna tregua è stata firmata, però, nonostante nella notte ci sia stato il lancio di alcuni missili da Gaza verso Israele, oggi lo Stato ebraico ha aperto i varchi di Kerem Shalom ed Erez ed ha esteso la zona di pesca ad un'area in precedenza vietata.