Ciao Cesare, benvenuto.
Come e quando è nata la tua passione per la scrittura?
E’ difficile segnare con la matita rossa una data sul calendario, la data dell’inizio della mia attività di scrittore. Probabilmente la passione per scrivere è nata con me, così come nascono con ciascuno di noi le nostre inclinazioni, aspirazioni, capacità e limiti. Poi sono le circostanze della vita, le opportunità che ci vengono offerte, o sottratte, a volte anche il caso o la fortuna, che condizionano la possibilità di realizzare ed esprimere il potenziale che abbiamo dentro di noi, in tutti i campi. Il come è nata poi è stata una scoperta progressiva.
La scoperta di se stessi, delle proprie qualità e dei propri difettiche si sviluppa soprattutto lungo il percorso scolastico. Io devo molto agli studi umanistici che ho fatto al liceo classico. Ci sono poi professori che hanno il grande dono di aprirti orizzonti e grandi spazi di conoscenza e di emozioni e che sicuramente hanno contribuito a far nascere e coltivare in me la passione per la scrittura.
2. Il tuo libro “Ombre” come è nato?
E’ nato di fronte al bellissimo mare dell’Argentario. I miei genitori hanno da molti anni una casa sulla strada panoramica che unisce Porto Santo Stefano a Porto Ercole sul monte Argentario. Ho trasformato quella casa nella casa di vacanze del commissario Luca Gentile. La storia è tutta ambientata fra casa Paoletti-Gentile, Porto Santo Stefano, la spiaggia delle Cannelle che la mia famiglia e io frequentiamo durante le vacanze estive, Orbetello e Albinia. Gli spunti poetici che colorano la mia prosa nascono proprio dalla contemplazione di albe e tramonti e dalla splendida vista sulle isole del Giglio e di Giannutri che offre la terrazza di quella casa affacciata sul mare. Il desiderio di sperimentare il genere del giallo poi è nato dalla volontà di creare un personaggio, il commissario Luca Gentile, con caratteristiche diverse dai commissari presenti sul mercato. Caratteristiche molto particolari. E’ un uomo razionale e concreto ma al tempo stesso intuitivo e dotato di profonda empatia e capacità di leggere l’animo e la psicologia dei suoi interlocutori. E’ poco incline al sentimentalismo e al buonismo ma ha con un cuore grande aperto alla solidarietà e all’umanità. E’ molto religioso ma la sua fede è certezza d’eternità e va oltre i confini di una religione. Ha un forte senso dell’onestà e della giustizia che per lui non significa limitarsi all’equazione colpa-reato = pena-punizione, ma andare oltre e indagare le cause e la radice del male in una sorta di psicanalisi del reato e di analisi spirituale del male per cercare se possibile di comprendere e redimere. Questo non vuol dire giustificare e assolvere perché lui vuole che la giustizia faccia il suo corso anche per difendere la società. Leresponsabilità e le conseguenze penali rimangono intatte, ma il commissario ripete spesso le sconvolgenti parole di Gesù sulla croce: «Padre, perdonali perché non sanno…» e sa bene che al di là della giustizia umana c’è una realtà più grande, il perdono di Dio. Il commissario Gentile ama la musica classica. Le melodie fiammeggianti, impetuose e potenti di Beethoven entrano in risonanza perfetta con il lato virile ed eroico della sua personalità e le melodie liriche e appassionate di Puccini risvegliano in lui il lato sentimentale e romantico che sembra non appartenergli. Il mio commissario ha ovviamente i suoi difetti, come ogni uomo: è un po’ misantropo, irascibile e vanitoso. Un uomo severo e solitario, dunque, ma con un cuore grande aperto sull’umanità. Questo è il commissario che ho immaginato e reso protagonista di “Ombre” e dei libri che verranno.
Come possiamo conquistare oggi il lettore?
In primo luogo ci sono tematiche di maggior impatto sull’immaginario collettivo, e i romanzi di avventura, i gialli e i thriller appartengono a questo genere. E’ evidente che i libri di poesia, per quanto belli o scritti da grandi poeti, hanno purtroppo un mercato limitato. La saggistica può avere un buon mercato, in base all’argomento trattato e alla fama dell’autore. La prima cosa da fare quindi è scegliere un tema che possa appassionare i potenziali lettori. Poi occorre che il libro sia valido dal punto di vista letterario, ben scritto, con uno stile semplice e accattivante, ma tutto questo non basta senza una promozione efficace. L’autore poi deve conquistarsi una fama personale, perché alla fine il lettore “compra”, fra virgolette l’autore, se lo conosce e si fida di lui, più che il titolo del libro. Fondamentale è farsi conoscere come persone e come scrittori.Non si dice, o si dice meno «Ti piace “Il commissario Montalbano”, ma «Ti piace Camilleri?». Ultima cosa, la più importante, una pubblicità adeguata, utilizzando i social, gli strumenti radiotelevisivi, le presentazioni in pubblico, che amo molto fare, e quant’altro.
Che ne pensi del self di Amazon?
Non ne penso, perché non lo conosco e non l’ho mai utilizzato.
Quali consigli daresti a chi si vuole approcciare al mondo della scrittura?
I consigli che hanno dato anche a me: leggere molto, scrivere molto, affinarsi e perfezionarsi nello stile e nella capacità di immaginare storie e personaggi. Umiltà, lavoro, confrontarsi con i grandi scrittori per imparare. Un consiglio utile che una scrittrice che fa recensioni di libri mi ha dato è quello di scaricare da internet un dizionario dei sinonimi. Aiuta tantissimo ad ampliare il proprio vocabolario e a usare parole sempre diverse.
Possiamo definirti uno scrittore da saggi o da thriller?
In realtà non ho un genere specifico. Ho cominciato dieci anni fa con un saggio su Gesù che adesso, alla luce dell’esperienza maturata, riscriverei in modo totalmente differente, e ho proseguito con la poesia (ho pubblicato cinque sillogi poetiche), un saggio sul Padre Nostro (“Il Padre Nostro fra spiritualità, filosofia e poesia”) e due romanzi (“Il medico degli angeli” e l’ultimo, “Ombre”, che è anche il primo di una serie poliziesca dedicata al commissario Luca Gentile). C’è un filo conduttore, un tessuto connettivo che unisce tutti i miei scritti, siano essi poesie, saggi, romanzi, costituito da tre elementi: spiritualità, filosofia, poesia. L’elemento religioso-spirituale e quello filosofico sono alla base delle mie poesie e dei miei saggi. I miei versi nascono da un’ispirazione religiosa e sintetizzano concetti filosofici anche complessi. Poesia come filosofia, dunque, veicolo di idee filosofiche, e poesia come preghiera, espressione di un sentimento religioso e strumento di ricerca spirituale. Nei saggi poi inserisco delle poesie, quasi a voler sciogliere nel linguaggio della poesia la tensione intellettuale e razionale. I miei romanzi infine, e anche il giallo “Ombre”, contengono pillole di spiritualità e filosofia, soprattutto relative all’origine del male e al rapporto con Dio. Infine cerco di colorare la prosa, il linguaggio della prosa, con il linguaggio della poesia, con la poesia, creando una sorta di “prosa poetica”. Spero di esserci riuscito.
Progetti futuri?
Molti. Un nuovo saggio che intitolerò “Chi è Gesù?”, già iniziato, proseguire la sagra del commissario Luca Gentile, raccogliere le poesie pubblicate con altre inedite in una sola grande silloge. Guardando ancora più avanti, ho in mente un saggio sul significato dell’Eucarestia e una raccolta di racconti (ne ho già scritti diversi).