A maggio emergono segnali contrastanti dal clima di fiducia, con l'indice dei consumatori che sale da 95,2 a 96,4, mentre l'indicatore composito di quello delle imprese scende da 95,8 a 95,1 facendo così registrare il secondo calo consecutivo, assestandosi sul valore più basso da novembre 2023.


Nelle componenti dell'indice di fiducia dei consumatori, in risalita dopo il calo di aprile, si osservano dinamiche complessivamente positive, sintetizzate dalle variazioni dei quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti: il clima economico e quello futuro registrano gli aumenti più marcati, passando rispettivamente da 99,4 a 101,9 e da 93,9 a 95,7; il clima personale sale da 93,7 a 94,4 e quello corrente passa da 96,2 a 97,0.


Per quanto riguarda le imprese, segnali eterogenei provengono sia dall'industria che dai servizi. In particolare, nel settore manifatturiero l'indice aumenta da 87,7 a 88,4, mentre nelle costruzioni l'indicatore diminuisce da 103,3 a 101,6; nel commercio al dettaglio la fiducia rimane sostanzialmente stabile rispetto al mese scorso (l'indice passa da 102,9 a 102,8) e nei servizi l'indice cala da 99,5 a 97,8.

Nelle componenti dell'indice di fiducia, nell'industria manifatturiera migliorano sia i giudizi sugli ordini sia le attese di produzione; inoltre, le scorte di prodotti finiti sono giudicate in decumulo. Nel comparto delle costruzioni il peggioramento dei giudizi sugli ordini si accompagna a un miglioramento delle attese sull'occupazione presso l'impresa.

Nei servizi di mercato si rileva una dinamica negativa nei giudizi sull'andamento degli affari e, in misura minore, degli ordini. Le attese sugli ordini sono in miglioramento. Nel commercio al dettaglio, il calo delle valutazioni sulle vendite è bilanciato dalla crescita delle relative attese; si prevede un accumulo delle scorte di magazzino.

In base alle attese sui prezzi di vendita stimate nei settori osservati, il processo di normalizzazione dei listini praticati dalle aziende sembrerebbe confermato.