Nelle prossime ore, sarà rilasciata una versione declassificata di un rapporto dell'intelligence statunitense in cui si accusa il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman di essere il mandante dell'omicidio del 59enne giornalista Jamal Khashoggi, firma del Washington Post, che il 2 ottobre 2018 fu assassinato all'interno del consolato saudita di Istanbul da una squadra di agenti inviata dal principe ereditario saudita. Il corpo di Khashoggi fu poi smembrato e i suoi resti non sono mai stati ritrovati.

Per l'omicidio, cinque persone sono state condannate a morte da un tribunale saudita. Le pene, a seguito del perdono dei familiari di Khashoggi, lo scorso settembre sono state poi commutate in 20 anni di prigione.


In base alle anticipazioni trapelate, nel rapporto, redatto in gran parte dalla CIA, si afferma che il principe ereditario Mohammed bin Salman ha approvato "e probabilmente ordinato" l'uccisione di Khashoggi. Probabilmente, in quelle pagine non vi è la prova decisiva, ma secondo i funzionari statunitensi un'operazione simile, anche in relazione a dove è avvenuta, non avrebbe potuto non avere il via libera del principe.

Il Washington Post, all'epoca, rese noto che la CIA per avvalorare tale ipotesi si era basata anche su una telefonata fatta dal fratello del principe ereditario, Khalid bin Salman, che era l'allora ambasciatore saudita negli Stati Uniti.

Il principe Khalid, che ora è vice ministro della Difesa, avrebbe chiamato Khashoggi su indicazione del fratello assicurandogli che andando al consolato di Istanbul non gli sarebbe accaduto nulla. Il principe Khalid ha poi negato di aver parlato con il giornalista.

Nel 2019, la relatrice speciale delle Nazioni Unite Agnes Callamard ha accusato lo stato saudita di "esecuzione deliberata e premeditata" nei confronti di Khashoggi.


Il rapporto che sarà reso noto giovedì è stato redatto durante l'amministrazione Trump, con l'ex presidente che al tempo si rifiutò di renderlo pubblico, preferendo invece "lavorare" per migliorare le relazioni diplomatiche con Riad.

Questo ha significato vendere più armi all'Arabia Saudita, da utilizzare per la guerra in Yemen! 

L'amministrazione Biden, da poco in carica, ha però deciso di invertire la politica portata avanti dal suo predecessore, sia ponendo fine al sostegno degli Stati Uniti alle operazioni militari della coalizione guidata dai sauditi che combatte in Yemen, sia congelando la vendite di armi all'Arabia.


Il rapporto finirà inevitabilmente per mettere in imbarazzo anche il senatore Matteo Renzi che poche settimane fa volò a Riad su un aereo privato di Mohammed bin Salman per intervistare, dietro compenso, lo stesso principe ereditario in occasione di un evento definito la Davos del deserto. Un'intervista che ha disgustato molti, sia perché eticamente e politicamente inaccettabile da parte di un parlamentare in carica, sia per i contenuti e la forma (una sviolinata propagandistica) con cui Renzi ha celebrato quello che già si sapeva essere il mandante di un brutale assassinio. 

Di seguito è disponibile il video completo della "performance" di Matteo Renzi:

Paradossalmente, l'amico presidente Joe Biden tanto invocato e celebrato da Matteo Renzi adesso è quello che finirà per metterlo in imbarazzo... in enorme imbarazzo.