Alfredo Romeo è stato arrestato stamani su richiesta della Procura di Roma per corruzione, in merito alla vicenda Consip. Alfredo Romeo è a capo di un gruppo che si occupa di servizi immobiliari e alberghieri, ha un portafoglio immobiliare valutato nel 2012 in 9 miliardi di euro ed un fatturato che si aggira intorno ai 250 milioni di euro. 

La corruzione sarebbe avvenuta nei confronti di Marco Gasparri, direttore Sourcing Servizi e Utility di Consip. Che l'accusa debba essere verificata e confermata è nell'ordine delle cose, ma va anche ricordato che all'inchiesta ha collaborato lo stesso Gasparri e, per tale motivo, gli è stato risparmiato l'arresto.

Oggetto della corruzione, una mazzetta da 100mila euro, somma che stamani è stata sequestrata a Gasparri.

L'inchiesta riguarda un appalto Consip del 2014 del valore complessivo di 2,7 miliardi di euro. Partita dalla Procura di Napoli, l'inchiesta è stata poi trasferita a quella di Roma per competenza. Di quell'appalto, la società di Romeo si è aggiudicata tre lotti, per un valore di oltre 600 milioni di euro.

In relazione ai vari filoni dell'inchiesta Consip, per motivi diversi, risultano indagati  il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette e il ministro dello Sport Luca Lotti, accusati di rivelazione di segreto d'ufficio; Tiziano Renzi (padre dell'ex premier Matteo Renzi), indagato per traffico di influenze insieme all'ex parlamentare di Alleanza Nazionale Italo Bocchino e Carlo Russo, un imprenditore famaceutico toscano amico di Tiziano Renzi e di Alfredo Romeo.

Secondo fonti della Procura di Roma, anche Bocchino e Russo sono stati sottoposti a perquisizione.

Inoltre, nell'inchiesta che vede il PD come convitato di pietra, è coinvolto anche il presidente della Regione Puglia, neo candidato alla segreteria del partito, Michele Emiliano chiamato a testimoniare perché destinatario di sms, inviati da Luca Lotti, che i magistrati vogliono acquisire. Emiliano sarà sentito il prossimo 6 marzo.

Oltre ai possibili ulteriori risvolti penali legati alla vicenda, c'è anche da sottolineare un aspetto politico che, tanta è la sua evidenza, non può essere ignorato e riguarda l'Autorità Anticorruzione di Cantone.

Voluta da Matteo Renzi per verificare la correttezza e la trasparenza degli appalti pubblici in Italia, la vicenda Consip ha dimostrato che questa ennesima Autotità è completamente inutile, perché inefficace. Non possono essere i magistrati a tutelare gli appalti, ma regole semplici e trasparenti che possano essere verificate in qualsiasi momento, da chiunque.