Una notizia che definire incredibile è poca cosa, riporta una questione di corruttela e malaffare proprio in seno al conflitto russo-ucraino.

Il viceministro delle infrastrutture dell'Ucraina, Vasyl Lozinskyi, è stato arrestato e licenziato dal suo incarico per il presunto furto di 400.000 dollari, destinati all'acquisto di aiuti da indirizzare al popolo ucraino.

Il reato si sarebbe consumato in relazione alla fornitura di apparati elettrici, in particolare  dei generatori tanto necessari adesso data la mancanza di risorse energetiche nel paese.

Il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, alla luce di questi fatti,  ha promesso di combattere il fenomeno della corruzione, ma anche di impedire che si cronicizzi come già era avvenuto in passato.

“Voglio che sia chiaro: non ci sarà ritorno a ciò che era in passato, al modo in cui vivevano diverse persone vicine alle istituzioni statali o coloro che hanno passato tutta la vita a rincorrere una sedia

ha detto Zelensky nel suo discorso notturno di domenica senza però menzionare la vicenda del viceministro.

L'accusa mossa a  Lozinskyi?

L'aver contrattato con degli appaltatori un prezzo che gli avrebbe garantito una "cresta" sull'acquisto di generatori. Ma Lozinskyi non sarebbe l'unica persona coinvolta, ad esser corrotti  anche altri funzionari nazionali e regionali.

Durante l'estate, il governo ucraino ha stanziato 1,68 miliardi di grivna (circa 41 milioni di euro) per beni e tecnologie che avrebbero contribuito a fornire fonti alternative di energia, acqua e calore alla sua popolazione durante l'inverno.

Un'accusa grave e davvero vergognosa data la situazione attuale in cui versa adesso l'Ucraina, dove una buona parte dei suoi abitanti deve affrontare (sotto le bombe) temperature sotto lo zero senza avere la certezza di poter almeno avere a disposizione elettricità, calore e acqua corrente.