Credo del tutto fortuito che due politicanti all’unisono, nel primo giorno dell’ora solare, abbiano manifestati gravi sintomi di astinenza da esibizionismo.

Una patologia che, inibendo le capacità intellettive ed ottenebrando la razionalità, spinge l’individuo a dire e fare cose dissennate pur di mettersi in mostra,  

Credo anche che per una banale coincidenza i due soggetti abbiano lo stesso nome di battesimo: Matteo.

Matteo Renzi e Matteo Salvini che, a poche ore l’uno dall’altro, hanno provato a catturare l’attenzione della opinione pubblica.

Ad esibirsi per primo è stato il Matteo toscano, il più sofferente di astinenza ed il più impaziente di salire sulla scena.

Le sue, a proposito del Covid-19 sono state parole farneticanti: “Questo virus ci farà ancora male … non per settimane, ma per mesi e mesi … non possiamo aspettare che tutto passi … se restiamo chiusi la gente morirà di fame … la strada sarà una sola: convivere uno o due anni con il virus … serve un piano per la riapertura … le fabbriche devono riaprire prima di Pasqua, poi il resto … i negozi, le scuole, le librerie, le messe”.

Riascoltando e rileggendo queste frasi deliranti è possibile trarre due sole indicazioni. 

La prima: barricatosi nella sua torre eburnea per paura del Covid-19, il toscano (ovviamente non il sigaro!)  ha smarrita la percezione della realtà ed ignora che in Cina, grazie alle rigide regole del blocco totale, si stia recuperando un abbozzo di normalità dopo soli quattro mesi.

La seconda: lasciare “per mesi e mesi” che gli italiani continuino ad infettarsi ed a morire sarebbe, per il cinico Renzi, più comprensibile ed accettabile dell’impedire ai suoi foraggiatori confindustriali la ripresa dei loro business.

E voilà ! Fulgido esempio di amore per gli italiani !

Passando a Matteo Salvini, più grezzo nei modi e nell’esprimersi, le vere ragioni della sua ricerca di spazio sono invece viscerali.

Il ganassa lombardo non si è ancora riavuto dalla perdita della poltrona ministeriale.

Si era illuso di defenestrare Giuseppe Conte e diventare lui premier.

Un errore di valutazione che lo ha indotto ad infilare una sequela di mosse sbagliate.   

Da allora non perde occasione per riversare il suo livore paranoico sull’attuale premier. 

Un livore sempre più aggressivo man mano che la sua popolarità va decrescendo mentre quella di Giuseppe Conte si va consolidando.

Il rancore, però, offusca il cervello e gli scivoloni sono sempre in agguato.

Come queste parole, postate da Salvini su FB, che rappresentano l’attestato o dei suoi limiti pensanti o della sua assoluta malafede: “I 400 milioni di euro annunciati dal  governo per aiutare le famiglie tramite i Comuni significano circa 7 euro a testa. Caspita, non sarà un po’ troppo? Forse pensavano all’uovo di Pasqua, ma agli Italiani serve ben altro!” 

Ora, d’accordo che il lumbard ha già data prova di non comprendere una mazza di finanza pubblica ma, perbacco, alle elementari gli avranno pure insegnato a far di conto.

Salvini fa finta di non aver capito che il fondo di 400 milioni sarà utilizzato dai Servizi Sociali dei Comuni con il vincolo di destinarlo alle “persone che non hanno i soldi per fare la spesa”.

Come ha precisato Antonio Decaro, Sindaco di Bari e Presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale Sindaci Italia) serviranno per fronteggiare l’emergenza alimentare dei prossimi 15 giorni e saranno destinati esclusivamente a circa 3 milioni di nuclei familiari in stato di indigenza. 

Ripartire, quindi, i 400 milioni tra 60 milioni di italiani è una colossale cazzata, utile solo per infinocchiare quei grulli che ancora stanno ad ascoltare il ganassa lumbard.

Con una semplice divisione Salvini avrebbe potuto dedurre facilmente, invece, che nei prossimi 15 giorni i nuclei di persone indigenti riceveranno generi alimentari per circa 150/200 euro.

Certo non saranno i lauti pasti che Salvini esibisce in FB con i suoi selfie… ma tant’è !