Julian Assange, 48enne australiano co-fondatore di Wikileaks, è attualmente detenuto nel carcere londinese di Belmarsh per scontare una condanna di 50 settimane per aver violato le condizioni della libertà su cauzione concessagli dopo essere stato arrestato a seguito di un'inchiesta che lo vedeva accusato dalla magistratura svedese di uno stupro avvenuto a Stoccolma nel 2010.
Per difendersi da quello che riteneva essere un complotto nei suoi confronti, Assange nel 2012 aveva richiesto asilo all'ambasciata ecuadoregna a Londra e lì si era rimasto, fintanto che non è stato messo letteralmente alla porta nell'aprile di quest'anno e arrestato dalle forze dell'ordine britanniche.
Qual è la notizia odierna?
Che i magistrati svedesi hanno dichiarato che l'inchiesta che vedeva Assange accusato di stupro è stata chiusa definitivamente e che la Svezia, pertanto, non chiederà l'estradizione del co-fondatore di Wikileaks.
Anche se Assange ha sempre negato l'accusa, prima archiviata nel 2017 e poi ripresa all'inizio del 2019, secondo Eva-Marie Persson, il magistrato che aveva in carico le indagini, la parte lesa ha presentato una versione credibile e affidabile degli eventi, ma nel corso degli anni le prove si sono notevolmente indebolite a causa del lungo periodo di tempo trascorso dall'accaduto.
"Le dichiarazioni della donna che ha sporto denuncia sono state coerenti, estese e dettagliate", ha detto la Persson, che ha poi aggiunto: "tuttavia, la mia valutazione generale è che la situazione probatoria è stata indebolita a tal punto che non vi sia più motivo di continuare le indagini".
Una precedente inchiesta nei confronti di Assange per molestie e coercizione, era stata prescritta nel 2015 per decorrenza dei termini.
I guai per Assange sono così terminati? Al contrario, i guai iniziano adesso. Infatti, oltre alla Svezia, anche gli Stati Uniti chiedevano l'estradizione di Assange per il ruolo avuto nella pubblicazione avvenuta nel 2010 da parte di Wikileaks di documenti riservati di natura militare e diplomatica.
A giugno di quest'anno, l'allora segretario agli Interni del Regno Unito, Sajid Javid, si era espresso a favore della richiesta di estradizione negli Usa . Adesso, senza la stessa richiesta da parte della Svezia, Assange, una volta scontata la pena in Gran Bretagna, rischia di dover affrontare un nuovo giudizio negli Stati Uniti.
Per concludere, un po' di sano complottismo. La decisione svedese non è da escludere dal poter essere considerata un favore all'amministrazione Usa che adesso non avrà più alcun "concorrente" - a meno che i conservatori non escano sconfitti dalla prossima tornata elettorale - a contendergli l'estradizione di Assange che, nell'anno delle presidenziali, verrà usato da Trump come uno degli agnelli sacrificali sull'altare della propaganda sovranista.