Questa mattina nella capitale ucraina Kiev è stato ammazzato con un'autobomba il giornalista russo Pavlo Sheremet. In questo video lo potete vedere ancora vivo mentre viene estratto dalle lamiere dai soccorritori. Nato a Minsk in Bielorussia, Sheremet non era certo quello che oggi si potrebbe definire un giornalista filorusso. Abituato a criticare i "regimi" in Russia e Bielorussia si era trasferito nella "democratica" Ucraina dove lavorava per l'Ukrainskaja Pravda e dove, dopo la critica nei confronti del reggimento neonazista ucraino Azov, ha trovato la sua morte.
Nel suo ultimo articolo si scagliò infatti contro i deputati appartenenti ai battaglioni punitivi e uomini a loro fedeli criticandoli perché sono liberi di assaltare e bloccare il lavoro dei tribunali quando vogliono.
Ricordò le prodezze criminali dei combattenti volontari e dei mercenari dell'Azov che dopo aver combattuto nel Donbass fanno ritorno e assaltano i portavalori.
Certo, cercò anche di non inimicarsi troppo il comandante dell'Azov e deputato Andrej Bilezkij verso il quale si prodigò in elogi per aver evitato una crisi tra il battaglione e i servizi segreti SBU simile a quella avvenuta con il battaglione dei torturatori e stupratori di bambini Tornado ma forse questo non è bastato.
Un'altra versione dei fatti è che il vero obiettivo era la compagna di Sheremet la giornalista, direttrice e proprietaria di Ukrainskaja Pravda Alena Pritula. La macchina sulla quale era piazzata la bomba infatti apparteneva a lei. Pritula era famosa per aver indagato sull'omicidio di un altro giornalista in Ucraina, al tempo suo amante, Georgij Gongadze. Uno dei principali sospettati dell'omicidio è Leonid Kuchma al tempo presidente dell'Ucraina, oggi tornato sull'onda dell'Euromaidan ad avere un certo rilievo ed importanza politica, tanto da essere uno dei firmatari degli accordi di pace di Minsk.
Ricordiamo comunque che l'omicidio e l'arresto dei giornalisti in Ucraina, specialmente di quelli che si permettono anche una minima critica verso l'attuale governo europeo è diventata una pratica comune. Come ha fatto notare la portavoce del Ministero degli Esteri della Russia Maria Zaharova dopo la rivoluzione della dignità del Maidan e grazie all'appoggio dell'Europa l'Ucraina è diventata la "fossa comune dei giornalisti e del giornalismo".
Ecco solo una breve lista dei giornalisti uccisi in Ucraina per il loro lavoro:
- Il giornalista italiano Andrea Rocchelli ucciso insieme al suo traduttore mentre documentava la sofferenza della popolazione civile di Slaviansk bombardata indiscriminatamente dall'esercito ucraino.
- Il giornalista ucraino Oles Buzina. Ucciso davanti a casa sua dopo essere stato inserito nella lista della morte dei nemici del regime ucraino del sito Mirotvorez.
- I giornalisti russi Andrej Korneliuk e Andrej Voloshin uccisi dalla deputata ucraina, membro dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa e combattente del battaglione punitivo Aidar Nadejda Savchenko.
-I giornalisti russi Andrej Stenin e Anatolij Klian morti anche loro perché documentavano i crimini dell'esercito ucraino nei confronti della popolazione civile del Donbass.