Rapporto Italia 2020 è la ricerca annuale in cui Eurispes - ente privato italiano che si occupa di studi politici, economici e sociali - fotografa lo stato della politica, dell'economia e della società italiana.

Il quadro che emerge dall'ultimo rapporto non è certo confortante, visto che propone un italiano medio che sembra ormai essersi adattato allo stato di perenne crisi, continuando però a bruciare ricchezza e risparmi.

Un italiano che ha sostituito gli animali da compagnia ai figli, è più sensibile alle problematiche ambientali, ma al tempo stesso è anche più cattivo, tanto che guarda con diffidenza e poca tolleranza agli stranieri, fino ad arrivare a giustificare episodi di razzismo e antisemitismo. 

E questi ultimi aspetti sono quelli maggiormente sottolineati dai media e non certo per caso, considerando le tabelle di Eurispes.


Nel 2020 per il 15,6% degli italiani la Shoah non è mai esistita: nel 2004 era il 2,7%. Risultano in aumento anche coloro che ne ridimensionano la portata (dall'11,1% al 16,1%).

Per gli episodi di antisemitismo vi è da parte del 37,2% degli italiani la convinzione che si tratti di bravate da catalogare come provocazione o scherzo e non la conseguenza di un diffuso linguaggio basato su odio e razzismo.

D'altra parte, per il 19,8% della popolazione Mussolini è stato un grande statista che ha commesso solo qualche sbaglio, senza considerare che secondo alcuni (il 14,3%) "gli italiani non sono fascisti ma amano le personalità forti", mentre per il 14,1% "siamo un popolo prevalentemente di destra", per il 12,8% "molti italiani sono fascisti" e per il 12,7% "ordine e disciplina sono valori molto amati dagli italiani". 

Ecco perché su queste basi, cresce la convinzione (al 35,2%) che i migranti tolgano il lavoro agli italiani, con il 10,1% che trova gli immigrati ostili, l'8,1% insopportabili ed il 7,7% dice di temerli. 

Inoltre, gli immigrati vengono visti dal 33% come una minaccia all'identità culturale del Paese e per il 38,3% rappresentano il rischio di un aumento delle malattie.

Per contrastare il fenomeno dell'immigrazione, il 26,2% di italiani ritiene che il Governo dovrebbe soprattutto erogare aiuti ai paesi di provenienza, il 24% che dovrebbe inasprire i controlli alle frontiere e lungo le coste, mentre solo per il 16% la priorità è agevolare la regolarizzazione degli irregolari (nel 2010 erano il 25,5%).

Così sono in aumento gli episodi di xenofobia, anche se per il 19,7% di italiani sarebbero dovuti al comportamento degli immigrati.


Tra coloro che sono da ritenere tra i principali responsabili del quadro emerso dai dati dell'Eurispes non si può non annoverare Matteo Salvini e Giorgia Meloni, come dimostrato gli ultimi interventi social che hanno pubblicato...


Ma come ricorda il presidente dell'Eurispes, Gian Maria Fara, «i lavoratori immigrati in Italia producono il 9% del Pil, circa 139 miliardi di euro annui; il denaro che spediscono ai loro familiari (6,2 miliardi annui) è molto più importante per il sostegno ai paesi di origine di quanto non sia quello che l'Italia destina agli aiuti internazionali allo sviluppo. 

Inoltre, i dati ufficiali sono nettamente in positivo per lo Stato. Il bilancio tra costi e ricavi segnala un saldo attivo di 3,9 miliardi. I lavoratori stranieri in Italia sono il 10,5% degli occupati, tra loro vi è un numero crescente di lavoratori autonomi, le loro piccole imprese (oltre 700.000) assumono centinaia di migliaia di italiani e sono di origine straniera il 9,4% degli imprenditori "italiani". 

Gli immigrati versano 14 miliardi annui di contributi sociali e ne ricevono solo 7 tra indennità di disoccupazione e pensioni. I loro contributi ci permettono di pagare oltre 600.000 pensioni. Di fronte a questa rassegna di dati inoppugnabili, quand'è che la Politica smetterà di cercare consenso sulla pelle (nera) dei profughi e sulla pelle del futuro economico del Paese?»