La legge entrata in vigore in Texas il 1 settembre, è stata architettata in modo tale da dare al singolo cittadino la facoltà di impedire un aborto, togliendo di fatto ai tribunali qualsiasi facoltà decisionale in tal senso.
I privati cittadini, infatti, in Texas possono citare in giudizio chiunque eserciti o aiuti una donna ad abortire dopo sei settimane dal concepimento, un lasso di tempo che, dal punto di vista scientifico, non consente neppure ad una donna di sapere se sia o meno incinta.
L'Heartbeat Act, questo il nome della legge, offre ai texani un minimo di 10.000 dollari di risarcimento (ricompensa) per aver portato a termine azioni legali contro chi abbia praticato un aborto o aiutato a metterlo in atto... anche solo accompagnando in auto una donna presso una clinica.
L'amministrazione Biden ha criticato tale impianto e ha chiesto alla Corte Suprema federale di esprimersi al riguardo, dato che l'attuale formulazione impedirebbe persino ai tribunali federali di poter esercitare in pieno la loro funzione nel caso dovessero esprimersi sull'Heartbeat Act.
La Corte Suprema degli Stati Uniti, venerdì, ha deciso che prenderà in esame la questione già dal prossimo 1 novembre, un record, visto il tempo che, in media, passa prima che una causa venga presa in esame.
Nel frattempo, in Texas il divieto di abortire rimane. Un divieto che, ovviamente, riguarda solo le donne che finanziariamente non sono in grado di recarsi in un altro Stato per interrompere la gravidanza. Gli antiabortisti, inoltre, non si preoccupano neppure se quelle donne potranno o meno portare avanti la gravidanza o se in futuro avranno la possibilità di accudire il proprio figlio. Queste devono essere bazzecole, per loro. L'importante è poter dire, adesso, di aver evitato un aborto... il neonato, dopo, può anche morire di fame.