Ad inizio settimana il MIUR ha rilasciato un comunicato che annunciava la firma della ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli sul decreto che dà l’avvio ad un "Piano nazionale di sperimentazione che coinvolgerà Licei e Istituti tecnici".

Che cosa prevede tale piano? Il diploma in quattro anni invece che in cinque! Fino ad oggi, come ci ricorda il ministero, sono state 12 le scuole ad essere autorizzate a mettere in pratica percorsi formativi suddivisi su quattro anni di studio, sulla base di progetti di istituto autorizzati di volta in volta dal Ministero.

Con quest'ultimo decreto la sperimentazione viene allargata a 100 scuole che potranno attivare al massimo 1 sola classe. Le scuole che fossero interessate dovranno presentare domanda dall’1 al 30 settembre, allegando un progetto sulla base di un bando che sarà pubblicato entro agosto sul sito del Miur. Un’apposita Commissione tecnica valuterà poi le domande pervenute.

Gli studenti che parteciparanno all'iniziativa, loro malgrado, non avranno alcuno sconto formativo. Semplicemente si chiede loro di apprendere in quattro anni ciò che altri apprendono in cinque anche, eventualmente, facendo più ore di lezione.

L'andamento dell'iniziativa sarà valutato di volta in volta da comitati scientifici regionali e da uno nazionale.

Stabilito di cosa si tratta, rimane però il dubbio relativo a che cosa possa servire un'iniziativa del genere. Il ministero non lo spiega. Eppure non dovrebbe essere un fattore secondario!

Inoltre, è oltretutto singolare la Commissione scientifica che opera in concomitanza all'evento, mentre non vi è accenno ad una Commissione scientifica che ne abbia fatto una valutazione a priori, come sarebbe logico pensare. E questo ad ulteriore testimonianza della mancanza di una finalità didattica che stia alla base della sperimentazione.

Allora non resta che fare delle ipotesi. Questa iniziativa potrebbe facilitare per i giovani un più rapido ingresso nel mondo del lavoro? Se uno facesse un'affermazione simile in pubblico, potrebbe rischiare di essere bollato degno di essere "spernacchiato" a vita. Caso mai questa scelta, se venisse approvata per tutte le scuole (e le relative classi), produrrebbe solo un maggior numero di disoccupati rispetto a quello attuale, già molto alto.

Studiare in quattro anni, magari aumentando il numero delle ore di insegnamento può essere fattibile? Dipende da cosa si insegna e dalla qualità che si vuole ottenere nell'apprendimento. Infatti, anche sulla base dell'esperienza personale di chiunque, uno studente che voglia fare anche minimamente il proprio dovere è costretto ad alzarsi alle sette o addirittura alle sei di mattina, fare 5 ore di lezione, perdere fino a due ore per andare e tornare da scuola (a volte anche di più) e poi fare i compiti per prepararsi al giorno successivo. Ogni giorno una piccola maratona.

E la ministra ci vorrebbe far credere che tutto questo può essere condensato in quattro anni aumentando il numero di ore di lezione? Forse la ministra Fedeli fa il paragone con la sua esperienza personale. La sua preparazione scolastica, è risaputo, è stata piuttosto frettolosa, ma non per questo le è stato impedito di divenire ministra.

Ma l'ipotesi più logica che sta alla base dell'iniziativa è, come al solito, l'ottimizzazione dei costi. La finalità di tutto è il risparmio, con la diminuzione del numero di docenti. Meno ore, meno insegnanti. E dato che in questo paese non ci facciamo mancar nulla nel correr dietro al peggio, non è neppure da escludere che poi questo "metodo" di insegnamento non venga applicato solo a determinati corsi di studio, escludendone altri, classificando così gli studenti in modo elitario.

Ormai, in Italia, non dobbiamo più meravigliarci di nulla.