Ieri il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli aveva anticipato un'intervista per mercoledì su Rainews24, invitando i suoi followers social a seguirla, perché aveva - ha detto - tante cose da raccontare!
Tra le tante, quella che certo ha fatto più scalpore è l'annuncio che Alitalia tornerà ad essere un azienda di Stato: "Torneremo a farla diventare compagnia di bandiera con il 51% in capo all'Italia e con un partner che la faccia volare".
A questo punto, resta un mistero come far coincidere questa nuova decisione con il processo di vendita, messo in atto mesi fa dal precedente governo e dal ministro Calenda. Dovrà esser fatta una nuova gara? Le aziende interessate all'acquisto saranno sempre interessate a far parte di un vettore aereo in cui non avranno potere decisionale?
Inoltre, bisognerà vedere come il prestito ponte fatto ad Alitalia sarà valutato dall'Europa, visto che era stato acconsentito perché funzionale alla privatizzazione dell'azienda per consentirle l'operatività finché la vendita non fosse conclusa.
"L'italianità è un punto fondamentale nel futuro di Alitalia" ha detto Toninelli, lasciando però senza risposta molte domande, altrettanto fondamentali sulla possibilità di attuazione di questo nuovo piano, l'ennesimo, per Alitalia.
Sull'operazione ha espresso "una qualche perplessità" l'ex ministro Calenda, che ha portato avanti la trattativa per la vendita di Alitalia quando ha ricoperto l'inarico di ministro dello Sviluppo economico nel governo presieduto da Gentiloni, dichiarando, senza mezzi termini...
Fatemi conoscere quello che si prende il 49 con Toninelli azionista di maggioranza. https://t.co/8yxTZFcyW9
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) July 18, 2018