Oltre alla Festa del papà, nel dopo Angelus, Francesco ha messo l'accento su due temi che gli stanno a cuore da sempre: rifugiati e ambiente.

Di rifugiati ha parlato ricordando che nella giornata di ieri le Nazioni Unite hanno celebrato la Giornata Mondiale del Rifugiato. 

«La crisi provocata dal coronavirus - ha detto il Papa - ha messo in luce l'esigenza di assicurare la necessaria protezione anche alle persone rifugiate, per garantire la loro dignità e sicurezza. Vi invito ad unirvi alla mia preghiera per un rinnovato ed efficace impegno di tutti a favore della effettiva protezione di ogni essere umano, in particolare di quanti sono stati costretti a fuggire per situazioni di grave pericolo per loro o per le loro famiglie».

Secondo gli ultimi dati forniti dall'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), il numero delle persone in fuga da conflitti e persecuzione ha raggiunto quota 79,5 milioni, l'1% della popolazione mondiale, una cifra record che purtroppo non ha precedenti e che in 10 anni è addirittura raddoppiata.

Poi, prendendo spunto dalla pandemia, Francesco ha fatto presente quanto sia importante il rapporto uomo-ambiente. 

«La chiusura ha ridotto l'inquinamento e ha fatto riscoprire la bellezza di tanti luoghi liberi dal traffico e dai rumori. Ora, con la ripresa delle attività, tutti dovremmo essere più responsabili della cura della casa comune. Apprezzo le molteplici iniziative che, in ogni parte del mondo, nascono “dal basso” e vanno in questo senso. Ad esempio, a Roma oggi ce n'è una dedicata al fiume Tevere. Ma ce ne sono tante in altre parti! Possano favorire una cittadinanza sempre più consapevole di questo bene comune essenziale».