In questa seconda parte ci occupiamo di scendere nei particolari come già indicato all'articolo precedente.
ANALISI APPROFONDITA
Questa verifica è fondamentale quando l’informazione appresa risulta logica e coerente ma ribalta, o mette in discussione, precedenti informazioni che si erano acquisite e date per buone.
Occorre preoccuparsi di verificare le fonti e seguire tutti i riferimenti che eventualmente sono citati nell’articolo o che vengono proposte direttamente attraverso collegamenti ipertestuali. Nel seguire questo percorso a volte potrebbe essere necessaria qualche ulteriore competenza, come la conoscenza della lingua inglese o dettagli più tecnici sugli argomenti che incontriamo. Ma niente di davvero fuori portata, solo questioni legate al tempo che vi si può dedicare. Se manca il tempo o la voglia, allora non è possibile formarsi alcuna ulteriore convinzione. Va benissimo anche così, purché se ne sia consapevoli.
Verifiche su quanto dichiarato nell’articolo.
Lo studio è stato pubblicato il mese scorso, ovvero revisionato da quello del novembre 2020?
FALSO. Basa seguire il link sull’articolo per accertare presso la Cochrane Library che si tratta di una meta analisi pubblicata per la prima volta nel 2006. Ha già subito 6 maggiori revisioni, tra cui l’ultima pubblicata il mese scorso, che tuttavia non ha aggiunto praticamente nulla di nuovo sulle mascherine, rispetto alle revisioni precedenti (epoca pre pandemica).
E’ vero che le conclusioni di Jefferson sono basate su 78 studi controllati randomizzati (RCTs)?
FALSO. L’articolo parla solo di mascherine, mentre la meta analisi ha considerato l’efficacia di varie altre cose sul totale dei 78 studi esaminati (negli anni e nelle revisioni): mascherine, lavaggio delle mani, pulizia di superfici e oggetti, protezione degli occhi, uso di acqua e/o sapone, distanziamento sociale, etc. Gli studi analizzati e riferibili alla sola questione di efficacia delle mascherine sono 12 (in tutto 16, ma promiscui), e quasi tutti condotti in epoca pre pandemica.
E’ vero che tra gli studi esaminati ce ne sono sei condotti durante la pandemia di Covid-19 con un totale di 610.872 partecipanti di diverse nazioni?
FALSO. L’articolo parla solo di mascherine, e su questo tema sono solo tre i nuovi studi esaminati in epoca pandemica (Bangladesh, 2022; Arabia Saudita, 2020; Danimarca, 2021). Ma solo uno di tali studi è riferibile direttamente al Covid-19, ossia quello condotto in Bangladesh lo scorso anno.
E’ vero che esistono sentenze che hanno dichiarato incostituzionali le misure di sostegno all’emergenza Covid?
FALSO. Le recenti sentenze esistenti, disposte lo scorso dicembre e pubblicate all’inizio di febbraio dalla Corte Costituzionale, sanciscono la piena legittimità delle misure (e non sono le sole). Le sentenze a cui fa riferimento l’articolo, e che si possono seguire dai link forniti, riguardano invece alcune decisioni di tribunali ordinari che non hanno nessun potere di dichiarare incostituzionali le misure in sé. Si tratta, invero, di una questione tecnica. I DPCM verrebbero dichiarati illegittimi da alcuni giudici poiché non sarebbero atti aventi natura normativa ma amministrativa. Non sarebbero dunque idonei a comprimere i diritti fondamentali. Quindi non sono le misure ad essere state censurate, ma l’atto normativo che le contiene, per mero “errore” del governo nell’aver fatto questa scelta dei DPCM (tuttavia è ancora materia di dibattito dottrinale, considerato che questi particolari DPCM erano emanati per delega di un atto avente forza di legge ed emato per le ragioni di urgenza della pandemia).
Verifiche correlate al tema dell’articolo, sempre limitatamente alle mascherine.
La meta analisi in parola può considerarsi definitiva?
NO. E’ un documento in continua evoluzione che analizza gli studi effettivamente disponibili, e su questa base viene aggiornato con costanza. Quindi ciò che potrebbe essere vero oggi potrebbe cambiare domani.
La meta analisi in parola è particolarmente accurata e attendibile ed esclude realmente che le mascherine siano efficaci?
NO. La valenza è meramente osservazionale e statistica. E’ impossibile verificare l’efficacia delle mascherine facendo esclusivo riferimento a studi empirici RCTs, principalmente indicati nella farmacologia e in altri ambiti epidemiologici più rigidamente controllabili. La mascherina, essendo un dispositivo meccanico e complesso, implica anche lo studio della fisica e della chimica che interagiscono nel filtrare e catturare gli agenti patogeni come i virus, e dunque elementi scientifici misurabili con certezza che non possono essere messi in discussione (banalmente: se da un setaccio non passano granelli di un certo spessore non si può mettere in discussione). Inoltre, l’eventuale verifica dovrebbe includere un metodo sperimentale rigoroso e devoto alla sorveglianza costante ed esatta delle modalità in cui la coorte esaminata fa uso del dispositivo (circostanza mancante in tutti gli studi esaminati).
Le conclusioni della meta analisi sono assolute e hanno preso in considerazione tutti gli studi?
NO. Come si può leggere dalle conclusioni della meta analisi, e in ogni studio esaminato, esiste un alto “bias” (rumore) che non consente di fare conclusioni precise, Infatti ci si limita a dire che non sono state apprezzate prove certe, ma solo una timida evidenza di efficacia delle mascherine. Inoltre, la meta analisi cita molti studi esclusi per diverse ragioni, mentre altri (6, per ora) sarebbero ancora in corso e andranno esaminati in futuro, probabilmente nella prossima revisione della meta analisi stessa.
Conclusioni
A latere della necessità imprescindibile del dubbio, che deve sempre nascere ed è materia per l’evoluzione umana, oltreché avvicinare sempre di più alla verità, ci si chiede in questo frangente a cosa possa essere utile spacciare l’eventuale mancanza di prove per un fatto accertato di inutilità. E’ una cosa molto grave. Proprio perché nel dubbio, allo stato opposto, c’è anche la possibilità che le mascherine funzionino molto bene; e trattandosi di un virus che può provocare una malattia potenzialmente mortale, la prudenza non è mai troppa.
Una crociata senza senso. Un classico esempio di infodemia tossica.
📸 base foto: Luisella Planeta Leoni da Pixabay