Le prime due rocce "marziane" frutto dell'operazione di carotaggio operata dal rover Perseverance, destinate ad arrivare sulla Terra dopo il 2030, sono simili a delle matite e sono state nominate Montdenier e Montagnac.

"Sembra che i nostri primi campioni rivelino la presenza di un ambiente potenzialmente abitabile", ha dichiarato Ken Farley del Caltech, scienziato che fa parte del progetto che supporta la missione guidata dal Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA nel sud della California. La roccia da cui sono state prelevati i primi campioni della missione è di composizione basaltica e potrebbe essere il prodotto di colate laviche. La presenza di minerali cristallini nelle rocce vulcaniche è particolarmente utile nella datazione radiometrica. L'origine vulcanica della roccia potrebbe aiutare gli scienziati a datare con precisione quando si è formata. Ogni campione può servire come parte di un puzzle cronologico più ampio: collocandoli nel giusto ordine, gli scienziati potranno avere una cronologia degli eventi più importanti nella storia del cratere marziano da cui sono stati prelevcati: la sua formazione, la comparsa e la scomparsa del lago di Jezero e i precedenti cambiamenti climatici di Marte".

Inoltre, all'interno di queste rocce sono stati individuati dei sali. Questi sali potrebbero essersi formati quando le acque sotterranee hanno attraversato e alterato i minerali originali nella roccia, o più probabilmente quando l'acqua, ancora liquida, è evaporata, lasciando sali a testimonianza della sua presenza. I minerali di sale in questi primi due nuclei di roccia potrebbero anche aver intrappolato minuscole bolle dell'antica acqua marziana. Se presenti, potrebbero fungere da capsule temporali microscopiche, offrendo indizi sull'antico clima e sull'abitabilità di Marte. I minerali di sale sono anche ben noti sulla Terra per la loro capacità di preservare la presenza di vita in passato.

Il team scientifico a supporto delle attività di Perseverance sapeva già che un lago in passato riempiva il cratere Jezero e dalle analisi visive il livello di alterazione che gli scienziati vedono nei campioni, così come nella roccia da cui sono stati prelevati, suggerisce che le acque sotterranee erano presenti da molto tempo, anche se non sono ancora in grado di dire se l'acqua che ha alterato le rocce sia stata presente per decine di migliaia o per milioni di anni.

"Questi campioni hanno un alto valore per future analisi di laboratorio sulla Terra", ha affermato Mitch Schulte dal quartier generale della NASA, scienziato anch'egli coinvolto nella missione. "Un giorno, potremmo essere in grado di elaborare la sequenza e la tempistica delle condizioni ambientali rappresentate dai minerali di questa roccia. Ciò contribuirà a rispondere alle domande di base relative a quando risalga lka presenza di acqua, informa liquida, su Marte".


Crediti immagine: NASA/JPL-Caltech