Il teatrino tra Roma e Bruxelles per l'approvazione della legge di bilancio 2019
Il premier Giuseppe Conte ci fa sapere che "l’Italia non merita [una procedura d'infrazione da parte dell'Europa] per il senso di responsabilità e serietà con cui questa manovra è stata scritta, pensando al bene del Paese, al suo sviluppo e alla sua stabilità non solo economica, ma anche sociale."
In sostanza, Conte vuole utilizzare le proteste avvenute in Francia come merce di scambio per convincere la Commissione ad accettare l'ultima proposta dell'Italia per evitare anche nel nostro Paese proteste di piazza, grazie alla revisione della legge Fornero e al reddito di cittadinanza.
Ma anche se viene dichiarato ottimismo sulla possibilità di un accordo, da parte dei tecnici della Commissione e quelli del nostro Governo si lavorerà anche questo fine settimana per arrivare ad una conclusione che possa soddisfare entrambe le parti.
Secondo quanto riportato da alcune fonti, il passo ulteriore cui accennava ieri Moscovici è quantificabile in un ulteriore limatura del rapporto deficit/Pil dello 0,3%, che si andrebbe ad aggiungere allo 0,4% cui aveva già rinunciato il nostro Governo. Possibile che Roma possa accettare un ulteriore taglio?
Nel frattempo Bankitalia, mentre il deficit del Paese continua a far segnare nuovi record, esprime una previsione al ribasso per il Pil 2018 che si dovrebbe attestare allo 0,9% dall'1,2% precedente, mentre per il 2019 la previsione resta invariata all'1%, con il Governo che ha invece ipotizzato una crescita dell'1,5%.
Crescita del Pil dell'1,5% che dovrebbe supportare i conti della legge di bilancio 2019, secondo la maggioranza gialloverde, insieme ai tagli delle pensioni d'oro e alla vendita di immobili pubblici per quasi un punto di Pil.
Stando così le cose, è evidente che, considerando già solo le basi sopra elencate su cui si fonda la "manovra del popolo", quanto si sta consumando in questi giorni a Bruxelles e non solo è da considerarsi puro teatro, visto che gli zero virgola in più o in meno sono solo una maschera che consentirà all'Europa e all'Italia di salvare la faccia ad entrambi, rispettivamente, con gli Stati membri dell'area euro da un parte e con gli elettori italiani dall'altra.
Nella realtà, entrambi sanno benissimo che la manovra aggiungerà comunque nuovo deficit nelle casse dello Stato italiano.