Nello scorso gennaio, il ministro della Sanità francese, Oliver Veran, aveva dichiarato che assumere farmaci antinfiammatori non steroidei, come l'ibuprofene, era sconsigliato perché avrebbero potuto aggravare le condizioni di salute di chi fosse stato contagiato dal coronavirus, invitando pertanto i francesi a fare uso di paracetamolo.
Successivamente, studi clinici hanno confermato che tale pericolo non era reale.
Adesso, addirittura, l'ibuprofene potrebbe persino diventare un farmaco anti-Covid.
L'ibuprofene, come ricordato in precedenza, è un principio attivo della famiglia dei farmaci antinfiammatori non steroidei, i cosiddetti FANS. Per le sue proprietà è indicato nel caso di dolori e doloretti di varia natura: cefalea, mal di denti, dolore mestruale, dolori osteoarticolari, ecc.
In questi giorni, due ospedali londinesi, il Guy's & St Thomas ed il King's College, hanno ipotizzato che l'ibuprofene possa essere efficace nel trattare i pazienti che, a causa della Covid, manifestino problemi di respirazione, anche gravi.
Dopo le ricerche finora condotte sugli animali, adesso inizia una sperimentazione sui pazienti.
Liberate, il nome assegnato allo studio, prevede un primo step al 25 settembre 2020, mentre la data stimata per il suo completamento è fissata tra circa un anno, 25 maggio 2021.