Questo è quanto ha dichiarato Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch in una intervista a il Manifesto.

«Il governo si guarda bene dal dire che è un porto sicuro, ma nei fatti spinge perché Sea-Watch 3 vada lì, facendo leva sui neonati a bordo da portare rapidamente a Tripoli, mentre noi li avremmo tenuti sulla nave per sequestrarli. Sono affermazioni faziose.

Il governo sta assumendo una posizione pericolosa dal punto di vista costituzionale e delle relazioni internazionali, affermando che sarebbe accettabile riportare dei naufraghi sopravvissuti in un Paese in guerra. Una posizione che dovrebbe far accapponare la pelle a qualsiasi organismo internazionale.

Questo è il primo soccorso in cui i libici offrono il coordinamento e il porto di Tripoli. È anche il primo soccorso che smaschera la farsa della Guardia costiera libica con zona SAR che invece è sotto evidente assistenza e ingerenza italiana, competente ma senza fornire un porto sicuro nel proprio Paese».

Da sottolineare che quella riassunta nelle parole della Linardi non è più solo la posizione di Salvini, ma anche quella del Governo italiano, visto che la sua linea è stata indirettamente condivisa, con l'avallo del divieto di ingresso in acque italiane alla Sea-Watch 3 in base al decreto sicurezza bis, da parte dei ministri 5 Stelle Toninelli e Trenta.

Per chi ha memoria, qualche settimana fa, il capo politico dei 5 Stelle, nonché vice premier, Luigi Di Maio dichiarava che, a causa della guerra civile in corso, il Governo doveva rivedere la sua posizione nei confronti della Libia che non poteva più essere considerato, di fatto, un porto sicuro.


Intanto, la scorsa notte, la Guardia di Finanza ha fatto visita, per 2 volte, alla Sea-Watch 3 per notificare l'interdizione nelle acque italiane, in base al decreto sicurezza bis, alla Comandante della nave .

La Sea-Watch continua a navigare al largo di Lampedusa in attesa che le venga comunicato un porto sicuro, mentre il ministro dell'Interno Salvini continua a definire "delinquenti" i membri del suo equipaggio.