Alla fine del gioco sembra di assistere allo spettacolo di due bulli di periferia che, uno di fronte all'altro, mostrano i muscoli insultandosi a vicenda, mentre minacciano di venire alle mani... e senza che nessuno sappia il perché.

È un po' questo ciò che sta accadendo tra Corea del Nord e Stati Uniti. Entrambi i paesi, per motivi diversi e su scala diversa utilizzano la politica estera per far dimenticare a coreani e americani le difficoltà di politica interna dei rispettivi presidenti.

Kim Jong Un è un dittatore che cerca di mantenere il potere con il terrore e di controllare la fame del proprio popolo affidandosi ad una presunta grandezza militare che disperatamente cerca di dimostrare con test nucleari e lanci di missili balistici.

Donald Trump ha iniziato il suo mandato occupandosi di politica interna ritrattando accordi economici, prendendosela con migranti e profughi, azzerando tutto quanto era stato fatto in tema di sanità, protezione ambientale... insomma, più che costruire qualcosa, Trump ha solo provveduto a smantellare tutto ciò che era stato fatto in precedenza, mostrando una incapacità di proposte, oltre che di vedute e prospettive, a dir poco inquietante.

Prima che anche gli sprovveduti che lo hanno votato iniziassero a prendere coscienza del problema, ecco che Donald Trump ha scoperto la politica estera, quella che più piace agli americani che lo hanno votato: esercito, marina, "stivali sul terreno", bombe e minacce di imminenti attacchi.

Dopo il bombardamento in Siria, Trump ha visto che con questo tipo di "politica", seppur sconfessata in campagna elettorale, riusciva invece a trarsi d'impaccio dal prendere delle decisioni di politica interna che lo vedono assolutamente impreparato, e così si è buttato a capofitto nel nuovo filone. Ecco spiegato il motivo per cui, adesso, la Corea del Nord è diventata una minaccia imminente per la sicurezza degli Stati Uniti.

Gli ultimi sviluppi hanno visto i nord coreani effettuare un'esercitazione con delle unità di artiglieria sulla costa orientale nella regione di Wonsan in occasione dell'anniversario della fondazione del proprio esercito, nello stesso momento il sottomarino nucleare Uss Michigan attraccava nel porto di Busan, in Corea del Sud. Nel frattempo, prosegue l'avvicinamento alla penisola Coreana del gruppo da battaglia guidato dalla portaerei Carl Vinson.

E che la situazione non sia affatto normale lo dimostra l'attivismo della diplomazia dei paesi dell'area con cinesi, giapponesi e sud coreani che alternano visite e dichiarazioni per invitare alla calma e alla moderazione prima che la situazione possa sfuggire di mano.

A tutto questo c'è da aggiungere che per mercoledì, su suggerimento dello stesso Donald Trump, il Senato è stato convocato alla Casa Bianca nel primo pomeriggio per un aggiornamento sulla situazione in Corea. Sì, proprio così. Tutti e 100 i senatori andranno alla Casa Bianca per conoscere ciò che l'amministrazione Trump vuole fare in Corea.

Secondo quanto annunciato dal portavoce della Casa Bianca Sean Spicer, al briefing parteciperanno il Segretario di Stato Rex Tillerson, il Segretario alla Difesa Jim Mattis, il Direttore dell'Intelligence Dan Coats ed il Capo di Stato Maggiore Generale Joseph Dunford. Inoltre, è in preparazione un incontro analogo anche con i membri della Camera dei Rappresentanti.

Domani, pertanto, sapremo in via ufficiale quali saranno le decisioni ed i passi che l'ammnistrazione Trump prenderà per affrontare quella che ormai è definibile come una vera e propria crisi con la Corea del Nord.