L'angoscia di Trump svela i timori per future conseguenze che potrebbero derivargli dall'inchiesta di Mueller
Nonostante l'inchiesta di Mueller sul Russiagate sia terminata ed il consigliere speciale si sia dimesso ufficialmente dal proprio incarico, Donald Trump, al di là di quanto ha cercato di far credere, non è per nulla soddisfatto di come le sue conclusioni sono state riassunte all'opinione pubblica.
Per questo, giovedì Trump è di nuovo tornato sull'argomento criticando aspramente la recente dichiarazione di Mueller che aveva detto di non aver potuto escludere con certezza la possibilità che l'attuale presidente abbia ostacolato o meno il corso dell'inchiesta - e pertanto il corso della giustizia - e che, comunque, lui non avrebbe certo potuto metterlo sotto accusa.
Evidentemente, dopo 24 ore, qualcuno deve aver fatto presente a Trump che quanto detto da Mueller lasciava ai democratici ampia facoltà di decidere se avviare o meno nei suoi confronti una procedura di impeachment. E con un campagna per le prossime presidenziali che sta per iniziare, deve aver capito che potrebbe non giovargli la spada di Damocle che lo vedrebbe alle prese con testimonianze, commissioni, battaglie legali sull'ammissibilità o meno di eventuali prove...
Per questo ieri, ancora una volta, Trump ha detto ai giornalisti che la Russia non lo ha aiutato a farsi eleggere, dimenticando però che l'inchiesta non verteva su tale argomento che oltretutto è già stato acquisito come scontato.
L'angoscia di Trump è stata poi ribadita anche via social sul suo account Twitter...