Esteri

Nonostante gli appelli dell'ONU lo Stato ebraico prosegue nel genocidio del popolo palestinese

"La nostra collega Sigrid Kaag, che come sapete è la coordinatrice principale per gli aiuti umanitari e la ricostruzione a Gaza, ha visitato la Striscia di Gaza questa mattina per vedere di persona gli sforzi per la vaccinazione contro la poliomielite che si stanno svolgendo proprio in questo momento", dichiarava ieri in conferenza stampa il portavoce di Antonio Guterres, Stéphane Dujarric."La signora Kaag ha visitato il centro di formazione di Khan Younis, dove l'UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati) ha ricostruito una base logistica e una clinica sanitaria giapponese dove l'UNRWA somministra vaccini contro la poliomielite.La campagna di vaccinazione contro la poliomielite è appena iniziata oggi nella parte meridionale di Gaza. Come vi abbiamo detto ieri, la prima fase [della vaccinazione contro la poliomielite] nella Gaza centrale è stata completata, con 187.000 bambini sotto i dieci anni vaccinati, ben oltre l'obiettivo di 156.000".

Dal 1 settembre, secondo quanto riporta oggi l'UNRWA, l'Agenzia e le organizzazioni a supporto hanno finora vaccinato contro la polio circa 355.000 bambini  nelle aree centrali e meridionali di Gaza.

"Nel frattempo, sempre a Gaza, i nostri colleghi dell'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA) - ha poi dichiarato il portavoce Dujarric -  affermano che, nonostante le sfide che dobbiamo affrontare, le Nazioni Unite e altre organizzazioni umanitarie continuano a fare tutto il possibile per fornire aiuti salvavita ai palestinesi.I nostri partner umanitari affermano che tra il 19 agosto e la fine del mese, sono stati forniti quotidianamente 450.000 pasti cucinati preparati in 130 cucine alle famiglie in tutta la Striscia. Tuttavia, nonostante questi progressi, vale la pena ripetere che la situazione umanitaria a Gaza resta oltre la catastrofe e non abbiamo ancora tutte le condizioni necessarie per supportare le persone nella misura in cui effettivamente hanno bisogno.I pasti cucinati forniti sono in calo del 35 per cento, rispetto ai circa 700.000 pasti che venivano forniti in più di 200 cucine a luglio.Ciò è in parte dovuto ai molteplici ordini di evacuazione emessi dalle forze di sicurezza israeliane, che hanno costretto almeno 70 cucine a sospendere la fornitura di pasti cucinati o a trasferirsi altrove.Allo stesso modo, i nostri partner ci dicono che più di 1 milione di persone non hanno ricevuto razioni alimentari ad agosto nella parte meridionale e centrale di Gaza tramite mezzi umanitari. I partner non hanno scorte alimentari sufficienti per soddisfare i requisiti per il secondo mese consecutivo e saranno in grado di fornire solo un pacco alimentare alle famiglie nella parte centrale e meridionale di Gaza durante il ciclo di distribuzione di settembre.Le continue ostilità, l'insicurezza, le strade danneggiate, il crollo della legge e dell'ordine e le limitazioni di accesso hanno causato una grave carenza di beni di prima necessità per sostenere le operazioni, aumentando il rischio di deterioramento e infestazione delle scorte alimentari a causa delle alte temperature.Voglio anche segnalare che il Commissario generale dell'UNRWA, Philippe Lazzarini, ha dichiarato oggi in un post sui social media che, a 11 mesi dall'inizio della guerra, alle troupe dei media internazionali è ancora vietato entrare a Gaza per documentare l'impatto umanitario".

Il parlamentare Avigdor Lieberman, in un post su X, oggi ha chiesto a Israele di sospendere le spedizioni di cibo a Gaza, affermando che tali consegne sono "intollerabili" finché Hamas continua a tenere prigionieri gli israeliani:

"Dobbiamo fermare immediatamente questa ancora di salvezza. Niente prodotti alimentari, niente sigarette e niente lussi aggiuntivi".

Ma Lieberman non ha spiegato perché la comunità internazionale non dovrebbe fare altrettanto con gli ebrei israeliani, almeno finché continuino a tenere in ostaggio i palestinesi detenuti al limite della sopravvivenza nelle carceri militari israeliani. Ma oltre a Gaza, i delinquenti del "morale esercito" dello Stato ebraico compiono i loro crimini anche in Cisgiordania. Ecco come il portavoce di Antonio Guterres ha riassunto quanto accaduto fino a ieri in quell'area della Palestina: 

"Passando alla Cisgiordania, i nostri colleghi dell'OCHA segnalano che le forze israeliane continuano a utilizzare tattiche letali simili a quelle della guerra, tra cui attacchi aerei, a Jenin, Tubas e Tulkarem. Oggi, ciò ha causato ulteriori vittime e feriti, e più strade e infrastrutture sono state distrutte o danneggiate.Da oltre una settimana le strutture mediche sono praticamente sotto assedio e sono state imposte pesanti restrizioni alla circolazione delle ambulanze e del personale medico.L'OCHA avverte inoltre che ciò sta aggravando i bisogni umanitari e l'insicurezza delle persone e solleva preoccupazioni circa l'uso eccessivo della forza".

Nelle prime ore di venerdì mattina, le forze di occupazione israeliane si sono ritirate dalla città di Jenin e dal suo campo profughi dopo dieci giorni dall'invasione in cui hanno ucciso 21 persone, tra cui bambini e anziani, oltre ad aver causato numerosi feriti.

Il sindaco di Jenin, Nidal Obeidi, ha descritto il raid israeliano all'agenzia di stampa palestinese Wafa come un "terremoto", precisando che le ruspe israeliane hanno distrutto più di 20 km della rete stradale della città .

Obeidi ha aggiunto che la rimozione delle macerie richiederà solo pochi giorni, ma che le riparazioni alle reti idriche e fognarie, danneggiate o distrutte, richiederanno mesi, aggiungendo che la città è rimasta completamente isolata dall'acqua durante il raid. Acqua che viene fornita da parte di un'azienda "israeliana".

"Quello che è successo a Jenin rientra nella politica di punizione collettiva dei palestinesi, e l'entità della distruzione mostrata indica che l'occupazione mira a deportare la popolazione come parte di una politica dichiarata", ha detto Obeidi.

Una verità che gli Stati del cosiddetto occidente democratico, fanno finta di non capire, rendendosi complici dei crimini di uno Stato canaglia come non può non essere definito lo Stato ebraico di Israele.

Lo dimostra l'Europa, le cui istituzioni - così come gli Stati membri - da quando è iniziato il genocidio a Gaza si sono completamente disinteressate di quanto accade in Palestina, lasciando alla bislacca amministrazione Biden - Harris il compito di gestire la regia della carneficina di un popolo, mascherata e giustificata dal presunto terrorismo di Hamas, a cui ancora oggi il segretario di Stato Blinken cerca disperatamente di assegnare la responsabilità del mancato accordo sul cessate il fuoco nella Striscia... quando decine di migliaia di israeliani, ogni giorno, accusano Netanyahu di esserne il principale artefice, per esclusiva convenienza politica.



Crediti immagine: x.com/AbujomaaGaza/status/1806297121085165678/photo/1

Autore Ugo Longhi
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