Il Financial Times (link) ci fa sapere che l'Ucraina e i suoi alleati sono letteralmente a corto di munizioni.

Dunque, viene da chiedersi se Joe Biden conoscesse la situazione degli arsenali NATO, quando ha promesso il suo pieno sostegno a Zelenski.

In breve:

  1. il Regno Unito ha esaurito le scorte di missili anticarro NLAW ed è rimasto senza obici semoventi M109 che ha dovuto ricomprare dai privati;

  2. gli USA non possono rimpiazzare i missili Stinger perchè i componenti elettronici  non sono più disponibili in commercio e ha bisogno di 4 anni per ripristinare le scorte di  missili Javelin;

  3. la Francia ha inviato a Zelenski un quarto del suo arsenale di artiglieria high tech, che richiederà quasi due anni per essere ripristinato.

Quanto ai proiettili di artiglieria, le scorte statunitensi dei 155mm a stento basterebbero per due settimane di combattimento in Ucraina.

Da parte sua la Russia – in pochi mesi di guerra – ha sparato tra 1.100 e 2.100 missili che equivarrebbero a quattro volte la produzione annuale degli Stati Uniti e mancano pezzi di ricambio e risorse per la produzione.

Intanto, le sanzioni hanno impattato sull’interdipendenza globale al punto che se in Russia la PJSC Sberbank ha iniziato a rimuovere i piccoli chip di metallo dalle carte bancarie non attivate per superare la carenza, in USA la crisi dei chip vede stime di produzione che addirittura arrivano al 2026.

Ma soprattutto non è possibile che Biden non sapesse che con le sanzioni il tasso di inflazione annuo poteva schizzare alle stelle.

Negli Stati Uniti è accelerato all’8,6% nel maggio del 2022, il più alto da dicembre del 1981.

I prezzi dell’energia USA sono aumentati del 34,6%, a causa della benzina (48,7%), dell’olio combustibile (106,7%), dell’elettricità e del gas naturale (30,2% ).

I costi del cibo in USA sono aumentati del 10,1%.

Se non era per Sleepy Joe Biden, il BRICS (con o senza Russia) oggi starebbe per diventare l’arbitro della situazione?