Quanto accaduto al Senato (ancora una volta) in settimana con dei parlamentari di Italia Viva (e non solo loro) che hanno dichiarato di votare a supporto del ddl Zan, per poi fare esattamente il contrario utilizzando il voto segreto con il solo intento di fare un danno al Partito Democratico, pone ancora una volta all'attenzione degli italiani la necessità di risolvere il problema della rappresentanza... una volta per tutte.
Dopo la legge "porcata" promossa da Calderoli, in ogni legislatura si tenta di approvare una nuova legge elettorale prima del voto. Probabilmente l'Italia è l'unico Paese, almeno in Europa, dove per le elezioni politiche ogni 5 anni si vota in modo diverso. Il perché è facile capirlo. Ad ogni legislatura assistiamo alla compravendita di parlamentari, che la magistratura come sempre non è in grado di poter dimostrare, e alla solita farsa dei partiti che, per combatterla, annunciano la solita nuova legge elettorale che, dovendo conservare la poltrona ai segretari di partito e ai loro uomini di fiducia e dovendo consentire di raccattar voti senza dare ai singoli eletti la responsabilità a fine mandato di dimostrare di aver o meno mantenuto le promesse agli elettori del proprio collegio, finisce per essere sempre simile alla vecchia legge elettorale che doveva migliorare!
Esiste una ricetta per evitare agli italiani di dover sopportare e subire la Politica con p maiuscola dei Renzi, i conflitti d'interessi dei Berlusconi, la propaganda dei Salvini e delle Meloni?
Esiste. Riprendo quanto scritto un paio di anni fa, anche se in relazione ad una vicenda diversa.
In Italia i principali problemi, i più importanti da cui a cascata si generano tutti gli altri, sono sostanzialmente due: responsabilità e rappresentatività.
La responsabilità è chiesta alle istituzioni e a chi le rappresenta. La riflessione è di una banalità sconcertante: come può lo Stato chiedere agli italiani di essere cittadini responsabili, ligi ai propri doveri e ai propri impegni, quando chi governa lo Stato - a vari livelli - dimostra giorno dopo giorno di essere un irresponsabile e di gestire la cosa pubblica senza neppure immaginarsi che le sue scelte avranno delle conseguenze sugli amministrati? Quando si gestisce male la cosa pubblica, in maniera irresponsabile, è diretta conseguenza che gli amministrati, anche solo per pura questione di sopravvivenza, non possano far altro che "arrangiarsi". Senza dimenticare che, da tutto questo, sono sempre i furbi e gli spregiudicati a trarne profitto... oltre ai veri e propri delinquenti.
Esiste uno strumento per cambiare questa situazione in modo strutturale? Sì e si chiama rappresentatività. Come si mette in pratica? In maniera molto semplice: con un sistema elettorale basato su collegi uninominali e ballottaggio al secondo turno dei due candidati che abbiano raccolto più voti, nel caso al primo turno non ci sia nessuno che abbia ottenuto il 50% più una delle preferenze di coloro che si sono presentati alle urne.
Che cosa accadrebbe se un parlamentare venisse eletto in questo modo? Che, magicamente, fin da subito diverrebbe un vero dipendente degli elettori ed un vero rappresentante dei loro interessi, mentre adesso è solo un galoppino del segretario o presidente di partito che cerca di compiacere in tutti i modi, in modo da ottenere un seggio sicuro nella prossima legislatura.
Se un eletto con l'uninominale vuole ricandidarsi anche nella legislatura successiva deve coltivare il rapporto con gli elettori e tutelare i loro interessi e sarà suo compito (nel suo interesse) verificare che lo Stato, tramite chi ricopre incarichi istituzionali, svolga responsabilmente il proprio ruolo.
Se la gente capisse l'importanza di questi due semplici concetti, pretendendone l'applicazione fin da subito, allora potremmo sperare di avere, se non un Paese migliore, almeno un Paese normale con una classe politica in grado di essere finalmente degna delle istituzioni che pretende di rappresentare.
Se la maggioranza degli italiani continuerà a non capirlo, allora continueremo a dover subire gli interessi personali dei Renzi, dei Berlusconi, dei Salvini, delle Meloni, ecc.
È una questione di gusti... e di stomaco.