«Gaza: nel più grande e vergognoso campo di concentramento del XXI secolo, Israele sta compiendo il genocidio dei palestinesi un quartiere alla volta, un ospedale alla volta, una scuola alla volta, un campo profughi alla volta, una "zona sicura" alla volta. Con armi statunitensi ed europee. E tra l'indifferenza di tutte le "nazioni civili". Che i palestinesi ci perdonino per la nostra incapacità collettiva di proteggerli, onorando il significato più basilare del diritto internazionale».

Così, Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, ha commentato l'ennesimo eccidio compiuto dal morale esercito dello Stato ebraico di Israele.

Nelle prime ore del mattino del 10 agosto, gli assassini dell'IDF hanno colpito la scuola al-Tabin, un rifugio nel distretto di Daraj a Gaza City che ospitava  centinaia di persone. Ismail al-Thawabta, capo dell'ufficio stampa del governo di Gaza, ha dichiarato ad Al Jazeera che l'esercito israeliano ha utilizzato tre bombe da quasi una tonnellata per portare il suo attacco, pur sapendo della presenza di sfollati al suo interno.

A sostegno del modus operandi criminale che caratterizza Israele, l'IDF ha giustificato l'attacco affermando di aver colpito una postazione di comando "attiva" di Hamas e della Jihad islamica, collocata in una moschea all'interno del complesso scolastico, aggiungendo che il sito era utilizzato dai terroristi sia come nascondiglio che per pianificare e portare a termine attacchi contro Israele e le sue truppe.

Non solo. L'IDF sostiene pure di aver mitigato nell'attacco i danni ai civili utilizzando "molte misure" allo scopo, tra cui l'uso di sorveglianza aerea, munizioni di precisione e altre informazioni di intelligence. Non soddisfatto l'esercito israeliano ha infine dichiarato che il numero dei civili morti sia inferiore rispetto a quello comunicato dalle autorità locali... probabilmente confidando nel fatto che di molte delle vittime non sono rimasti che brandelli di corpi!

Questo attacco, come i nuovi effettuati in queste ore, sono la riprova che il governo Netanyahu non ha alcuna intenzione di concordare un cessate il fuoco a Gaza. La dichiarazione di Netanyahu di inviare una delegazione a Doha o al Cairo per accettare l'accordo è una messa in scena, perché poi  sbandiererà comunque una scusa per non farlo. E per evitare di dover trovare la nuova scusa - sarebbe l'ennesima - nelle ultime ore ha intensificato il numero di massacri per evitare che Hamas si sieda al tavolo allestito per il prossimo 15 agosto.

Proprio ieri, il ministro delle finanze israeliano Bezalel Smotrich aveva detto che andare a Doha o al Cairo è una specie di capitolazione e che Israele non dovrebbe andare a condurre negoziati per un cessate il fuoco. Netanyahu non vuole un cessate il fuoco e sta facendo di tutto perché Hamas non accetti l'invito di Usa, Egitto e Qatar.

È una strategia talmente evidente, tanto è ripetuta, che è quasi imbarazzante stare a ripeterla ogni volta. Solo gli stolti o gli idrofobi sionisti, sia israeliani che quelli delle comunità ebraiche internazionali, si rifiutano di vederla. Akiva Eldar, giornalista israeliano che collabora con Haaretz, ha ricordato ad Al Jazeera quella che lui definisce una doppia morale nel modo in cui Israele considera le proprie vittime civili rispetto a quelle palestinesi.

Quando vengono uccisi civili israeliani, gli attacchi sono considerati crimini di guerra, ma quando vengono uccisi un gran numero di civili palestinesi, come nel bombardamento odierno della scuola al-Tabin di Gaza, vengono visti come danni collaterali o vittime accidentali, aggiungendo che la prospettiva dell'opinione pubblica israeliana è in parte plasmata dai principali media del Paese, che spesso disumanizzano le vittime palestinesi. 

Questo per ricordare che non tutti gli israeliani e non tutti gli appartenenti alle comunità ebraiche internazionali plaudono all'apartheid e al genocidio messi in atto dallo Stato ebraico.

Anche il Ministero degli Esteri egiziano ha condannato l'attacco alla scuola al-Tabin, affermando che Israele non ha alcuna "volontà politica" di porre fine alla guerra. In una nota all'agenzia di stampa statale Middle East News Agency, il Ministero degli Esteri ha accusato Israele di aver commesso ripetutamente "crimini su larga scala" contro "civili disarmati" ogni volta che c'è una spinta internazionale per un cessate il fuoco, aggiungendo che tali attacchi riflettono "un disprezzo senza precedenti" per il diritto internazionale.

"Il massacro perpetrato per mano dei neonazisti nel centro di Gaza City - ha dichiarato Hamas - costituisce un crimine orribile e rappresenta una grave escalation nella serie senza precedenti di crimini e massacri nella storia di qualsiasi conflitto".

Hamas ha inoltre affermato falsa l'accusa che la scuola venisse utilizzata come centro di comando, una scusa per colpire civili, scuole, ospedali e tende per rifugiati, falso pretesto da parte di Israele per giustificare i suoi crimini.

"Invitiamo i nostri paesi arabi e islamici e la comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità e ad adottare misure urgenti per fermare questi massacri e porre fine all'escalation dell'aggressione sionista contro il nostro popolo e i cittadini indifesi", conclude Hamas.

Ma il problema sta proprio qui. Nonostante il nuove crimine commesso da Israele, la comunita internazionale non farà nulla nei confronti di Israele che, da parte sua, continuerà ad effettuare lo sterminio del popolo palestinese... iniziato da decenni!

Le lobby ebraiche tengono in ostaggio il Congresso degli Stati Uniti (Aipac) e le amministrazioni che con esso devono dialogare. L'attività delle lobby è supportata da un sistema finanziario (es. Goldman Sachs) e mediatico (es. NYT, major di produzione multimedia) che ha plasmato l'opinione pubblica americana in modo da farle credere che Israele sia il paese della bontà sotto assedio dei cattivissimi terroristi islamici (dell'Iran) che lo vogliono annientare ed è pertanto giustificato nel compiere qualsiasi atto. 

Le stesse lobby operano anche nel resto del cosiddetto occidente democratico, ma con minore intensità, perché ci sono i politici - sia di destra che di sinistra - che agiscono per dire e fare ciò che gli Stati Uniti dettano loro. 

Finché continuerà tale assurda situazione, Israele potrà continuare indisturbata a compiere il suo genocidio. Solo quando verrà applicata una politica di sanzioni, disinvestimento e boicottaggio, allora ci sarà una concreta possibilità di arrivare ad una soluzione del conflitto, originato alla fine del 1947 dalla folle decisione dell'Onu di creare in Palestina due Stati, assegnando oltre il 50% di quel territorio a meno del 10% dei residenti ebrei.