Qualche giorno fa l'Italia ha richiamato il proprio ambasciatore al Cairo dopo l'esito della missione  nel nostro paese degli investigatori egiziani, che hanno negato l'accesso ai tabulati telefonici di Regeni per motivi di privacy ed hanno provato a riconfermare la tesi secondo cui la responsabilità della morte del ricercatore friulano sarebbe da imputare alla banda di rapinatori eliminata in un'azione di polizia.

Due argomenti difficili fa digerire anche per la prudentissima diplomazia italiana che, in due mesi, aveva accettato di farsi prendere per il naso sia dagli investigatori che dal Governo egiziano. Così, il ministro degli Esteri Gentiloni ha deciso di richiamare per consultazioni l'ambasciatore italiano al Cairo, Maurizio Massari.

Una mossa, il richiamo dell'ambasciatore, auspicata anche dal parlamentare Manconi,  nella conferenza stampa al Senato tenuta insieme ai genitori di Regeni.

Poiché al passo simbolico degli italiani gli egiziani probabilmente non faranno seguire alcun passo concreto, Gentiloni e Massari starebbero valutando anche le opzioni da mettere in campo per esercitare pressioni ulteriori sull'Egitto.

Secondo quanto anticipato dal Corriere, l'Italia  avrebbe intenzione di sconsigliare formalmente ai turisti di recarsi in Egitto e di porre termime ad alcuni degli accordi bilaterali in corso, oltre a spingere affinché le istituzioni internazionali, l'ONU in primis, si pronuncino sul mancato rispetto dei diritti umani da parte del Governo di Al Sisi.   

Al momento, a supporto delle possibili decisioni italiane, l'UE non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale.