Politica

Il doppiopesismo di Salvini sulla vicenda Morisi

«Quando un amico sbaglia e commette un errore che non ti aspetti, e Luca ha fatto male a se stesso più che ad altri, prima ti arrabbi con lui, e di brutto. Ma poi gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi. Amicizia e lealtà per me sono la Vita.In questa foto avevamo qualche anno e qualche chilo in meno, voglio rivederti presto con quel sorriso. Ti voglio bene amico mio, su di me potrai contare. Sempre».

Sinceramente commovente, davvero, il post sul proprio profilo social con cui Salvini ha voluto dimostrare la vicinanza all'amico guru, indagato per supposta cessione di sostanza stupefacente, anche se gli inquirenti sembrano aver già escluso l'eventualità di poterlo classificare come "spacciatore" abituale.

Meglio così.

Quello che però non va bene e, pertanto, non può passare sotto silenzio, è il doppiopesismo del segretario leghista, ripensando a come in passato abbia utilizzato lo spaccio per promuovere il consenso elettorale a favore della sua candidata alle ultime regionali in Emilia Romagna, quando al quartiere Pilastro di Bologna, su suggerimento di una signora settantenne che indicava abitazioni di famiglie straniere in cui, a suo dire, vi erano spacciatori, Salvini suonò al citofono di una di queste per chiedere, a chi gli aveva risposto, se fosse uno spacciatore di droga.

«C’è una denuncia che ha fatto la signora ed è nostra intenzione seguirla. Ho citofonato a un signore che è stato segnalato come presunto spacciatore per chiedergli se spaccia o se non spaccia, ma mi ha detto che in casa non c’era nessuno. A che titolo l’ho fatto? In qualità di cittadino: se una coinquilina mi dice guarda che qui al primo piano spacciano, posso chiedere a uno "lei spaccia o meno"? Ma lui ha buttato giù. Le forze dell’ordine fanno meglio di me il loro mestiere, quindi hanno gli elementi per decidere se quel tizio spaccia o non spaccia. Mi volevo togliere una curiosità, visto che una signora di 70 anni mi dice "mi minacciano di morte perché lì spacciano". Per questo ho chiesto "lei spaccia"? Lui è libero di mettere giù la cornetta, magari la prossima volta ci va la polizia con più facoltà di me».

Come ben si vede, l'umanità di Salvini è guidata dall'amicizia e dal consenso. Insomma, se stai dalla parte giusta ti tende la mano, se stai dalla parte sbagliata, cioè quella che non coincide con i suoi interessi personali ed elettorali, allora puoi essere tranquillamente... "asfaltato".

Autore Fabrizio Marchesan
Categoria Politica
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