756 è il dato dei deceduti con coronavirus annunciato domenica dalla Protezione Civile, portando il totale delle vittime a 10.779 su un totale di 97.689 casi di contagio accertati, di cui 73.880 ancora positivi, con un incremento di 3.815 rispetto a ieri, mentre le persone guarite sono finora 13.030, pari a 646 in più nelle ultime 24 ore.
Delle persone positive, 27.386 sono ricoverate con sintomi, di cui 3.906 in terapia intensiva, mentre 42.588, il 58% del totale, si trovano in isolamento domiciliare.
Nel dettaglio: i casi attualmente positivi sono 25.392 in Lombardia, 10.535 in Emilia-Romagna, 7.251 in Veneto, 7.268 in Piemonte, 3.160 nelle Marche, 3.786 in Toscana, 2.279 in Liguria, 2.362 nel Lazio, 1.556 in Campania, 1.293 nella Provincia autonoma di Trento, 1.432 in Puglia, 1.141 in Friuli Venezia Giulia, 1.034 nella Provincia autonoma di Bolzano, 1.330 in Sicilia, 1.169 in Abruzzo, 897 in Umbria, 539 in Valle d’Aosta, 582 in Sardegna, 577 in Calabria, 197 in Basilicata e 100 in Molise.
92 i pazienti trasferiti oggi dalla Lombardia, di cui 52 affetti da Covid-19, di questi 8 sono stati portati in Germania. 30, tra medici e infermieri, sono in arrivo in Italia dall'Albania.
4 milioni le mascherine distribuite nelle ultime 24 ore, anche utilizzando l'aeronautica. Quasi 9.500 le domande di coloro che hanno risposto alla richiesta di infermieri da inviare nelle zone più colpite dal contagio da Covid-19. La metà di loro è costituita da infermieri specializzati.
Da segnalare che l'autoreferenziale senatore Renzi, che curiosamente adesso si dimentica di citare il virologo Burioni (quello a cui fino a qualche giorno fa dava sempre ragione... a prescindere), continua a proclamare la necessità di far riaprire le aziende quanto prima:
«Le mie considerazioni di ieri hanno aperto una discussione molto seria e accesa, specie tra chi ha fatto la fatica di leggere o ascoltare e non si è fermato al pregiudizio. Tutto il mondo politico si è scatenato contro i concetti che ho espresso: interessante, vedrete che tra qualche giorno cambieranno posizione e diranno tutti insieme ciò che stiamo dicendo da soli noi oggi [da notare che dalla prima persona singolare è passato di botto al plurale maiestatis]. C’è un’emergenza sanitaria devastante, certo. Ma sullo sfondo c’è un’emergenza economica che si combatte ripartendo in sicurezza con i posti di lavoro, non allargando il reddito di cittadinanza. Chi fa politica ha il compito di costruire il dopo, non può solo commentare il presente. E il dopo va pensato adesso: altrimenti si rincorrono gli eventi senza prevenirli. Siamo abituati agli attacchi, il tempo sarà galantuomo anche stavolta».
Il tutto, detto da uno che in vita sua non ha mai lavorato, in tempi normali farebbe sorridere... oggi, invece, fa realmente inc...are!