DICHIARAZIONI DI MAIO PERTURBANO ANDAMENTO TITOLO E DETERMINANO GRAVI DANNI REPUTAZIONALILA SOCIETA’ SI RISERVA OGNI INIZIATIVA LEGALE A TUTELA DI DIPENDENTI, AZIONISTI, BONDHOLDERS E STAKEHOLDERS

Roma, 27 giugno 2019 - Le dichiarazioni odierne del vice presidente Di Maio perturbano l’andamento del titolo Atlantia in Borsa, anticipando la presunta conclusione di un procedimento amministrativo che il ministro Toninelli ha affermato solo ieri “essere ancora in corso”, e determinano gravi danni reputazionali per la Società.La Società si riserva di attivare ogni azione e iniziativa legale a tutela dei propri interessi, dei dipendenti, degli azionisti, dei bondholders e degli stakeholders tutti.Si ricorda che, sulla base del contratto di concessione in essere, ogni ipotesi di revoca - ove mai ne venissero accertati i presupposti - richiederebbe il previo pagamento del valore della concessione stessa, nei termini contrattualmente previsti e approvati per leggeSi ricorda infine che Atlantia è il leader mondiale nel settore delle concessioni autostradali e aeroportuali, con oltre 14.000 km di rete e 30.000 dipendenti nel mondo.

Quello sopra riportato è il comunicato di giovedì, come dovuto anche solo da un punto di vista logico, con cui Atlantia ha annunciato di riservarsi la possibilità di agire legalmente a tutela dei propri interessi nei confronti di alcuni rappresentanti del nostro Governo.

Un comunicato, quello della società di cui i Benetton hanno la maggioranza, che in qualche modo ha colto nel segno, tanto che il vicepremier Di Maio ha poi risposto, di rimando in questi termini:

Il gruppo Atlantia e dunque i Benetton hanno appena minacciato di querelarmi perché - a loro dire - le mie parole sulla revoca della concessione ad Autostrade e le mie dichiarazioni su Alitalia potrebbero danneggiare il loro titolo in borsa. E certo, che importa a loro se nella tragedia del Ponte Morandi, quasi un anno fa, morirono più di 40 persone innocenti. Persero la vita intere famiglie, giovani coppie, ragazzi, bambini mentre andavano in ferie, alla vigilia di Ferragosto. I Benetton sono stati più veloci oggi a rispondere al sottoscritto (minacciando azioni legali) che a chiedere scusa ai familiari delle vittime, scuse che come molti di voi ricorderanno arrivarono con un ritardo imbarazzante. Se a questi gruppi di potere tocchi il portafogli è la fine. E questo è quello che bisogna fare per riportare le cose nella giusta direzione!Oggi abbiamo capito che per i Benetton contano più i mercati finanziari che le persone. E noi dovremmo tacere davanti a tutto questo? Dovremmo starcene zitti davanti alle lacrime di cittadini che hanno perso il proprio figlio, una sorella, un cugino, un padre o la madre in una tragedia che era annunciata? Se non fai manutenzione a un ponte, prima o poi quel ponte crolla, non ci vuole un genio per capirlo. Noi andiamo avanti come un treno, sia chiaro. Su questo non arretriamo di un centimetro.E se qualcuno vuole sfilarsi o tagliare la corda problema suo. Il cambiamento richiede coraggio. Il MoVimento 5 Stelle non tradisce mai la parola data ai cittadini!

Alle dichiarazioni di Di Maio, costituiscono indiretto supporto quelle del ministro delle Infrastrutture Toninelli che questa mattina ha così commentato l'abbattimento dei piloni a sostegno del ponte Morandi.

Il fumo seguito all'implosione del ponte Morandi ingoia il peggior caso di incuria della nostra storia nella gestione della cosa pubblica. Non faremo sconti ai responsabili. La connivenza tra politica e prenditori di Stato è finita. Stiamo cancellando, una dopo l'altra, le regole che hanno ingrassato all'inverosimile i portafogli di certi soggetti che nulla hanno a che fare con la stragrande maggioranza di imprenditori onesti e coraggiosi, ai quali va sempre il nostro supporto.Solo noi, solo col M5S al Governo questa rivoluzione ha avuto inizio e solo col M5S al Governo può essere portata a termine.Un altro importante passo avanti sarà fatto a breve con il deposito del parere da parte della commissione tecnica di supporto al mio ministero. Ormai ci conoscete, faremo ciò che è giusto per l'interesse pubblico e, statene certi, non molleremo mai, perché abbiamo le mani libere e nessuno mai potrà comprarci.

Quale lezione ricaviamo da tutto ciò? Una lezione molto semplice. Che la politica non è cosa di cui possano occuparsi dei personggi senz'arte né parte come lo sono molti dei rappresentanti del movimento 5 Stelle, tra cui i ministri sopra citati. Finché c'è da denunciare le malefatte commesse da altri e pretendere correttezza e onestà, nulla quaestio... ma amministrare la cosa pubblica è un'altra faccenda.

È un'altra faccenda perché una decisione da prendere finisce per avere infinite conseguenze, perché il mondo, al di là della propaganda grillina, non è colorato in bianco e nero, ma con milioni di sfumature e altrettante sfaccettature. E questo non vuol dire che ciò sia traducibile in irresponsabilità da parte di chi abbia commesso un possibile reato, bensì nella consapevolezza dell'applicazione di una necessaria ed indifferibile responsabilità da parte di chi amministri la cosa pubblica.

E questa responsabilità non ha nulla a che fare e nulla a che vedere con la propaganda urlata da questo Governo che, a seconda dell'elettorato di riferimento, oggi se la prende con i migranti e domani con i Benetton, come se quelli fossero i mali dell'Italia. Il non affrontare i problemi con razionalità ed in base a ciò che la legge prevede, significa solo dimostrare la propria inadeguatezza nel gestire il governo di un Paese, non certo celebrare un cambiamento nel modo di amministrarlo e, comunque, non certo un cambiamento in meglio.