Sì, vendetta, tremenda vendetta, di quest’anima è solo desio. Di punirti già l’ora s’affretta, che fatale per te suonerà.
C'è da scomodare Piave per descrivere l'acrimonia con cui Luigi Di Maio annuncia al popolo dei suoi sostenitori che quest'estate i pensionati d'oro non potranno fare vacanze da nababbi.
Quest'estate non ci sono i mondiali, ma presto avremo qualcosa da festeggiare: la fine delle pensioni d'oro e l’inizio di un’Italia più giusta.
Di che cosa si compiace Di Maio? Di voler "finalmente abolire le pensioni d'oro che per legge avranno un tetto di 4.000 / 5.000 euro per tutti quelli che non hanno versato una quota di contributi che dia diritto a un importo così alto. E cambiano le cose in meglio anche per chi prende la pensione minima, perché grazie al miliardo che risparmieremo potremo aumentare le pensioni minime."
I conti di Di Maio, però, non tornano come riporta il Sole 24 Ore che, facendo riferimento ad un calcolo fatto da Tabula, la società di ricerca fondata da Stefano Patriarca, tecnico che ha fatto parte del nucleo economico di palazzo Chigi degli ultimi due governi, dal taglio delle pensioni d'oro dovrebbero arrivare al massimo circa 210 milioni lordi, 115 al netto di 85 milioni di minori imposte.
Se così fosse, l'aumento per le pensioni minime cui Di Maio faceva riferimento dovrebbe attendere. Una doccia fredda per il nuovo governo? Forse no. Dopo le promesse della campagna elettorale, il primo provvedimento cui 5 Stelle e, soprattutto, Lega avrebbero dovuto metter mano avrebbe dovuto essere la riforma della legge Fornero.
Qualcuno ne ha avuto notizia? Eppure il ministro dell'Interno Salvini aveva detto che era la prima cosa di cui il governo si sarebbe occupato. Evidentemente, tra il dire e il fare c'è di mezzo il... bilancio dello Stato che, almeno per ora, non sembra permettere al governo del cambiamento di cambiare alcunché.
Non è un'ipotesi, ma un'affermazione... per di più dell'attuale ministro dell'Economia Tria che, da Bruxelles, questo venerdì ha fato sapere che i «giochi per quest’anno sono quasi fatti», che gli interventi possibili sono quelli «che non hanno costi ma sono importantissimi per far decollare gli investimenti pubblici», e che un peso aggiuntivo è dato dall’impegno «che cercheremo di rispettare sulla correzione da 0,3% del Pil» chiesta dalla Ue sui conti italiani 2018.
E tutto questo senza dimenticare che l’Italia nel 2019 dovrà collocare circa 375 miliardi di titoli del proprio debito pubblico, di cui il 60% a medio-lungo termine, con il venir meno dell'ombrello del QE messo dalla Bce.
Ma allora, flat tax, reddito di cittadinanza e revisione della Fornero quando staranno approvati? In base allo scenario attuale a data da destinarsi. Quindi, nei prossimi mesi, lotta ai migranti, lotta ai Rom, lotta ai vaccini, lotta alle pensioni d'oro... e simili riempiranno gli spazi social della propaganda di Lega e 5 Stelle per far dimenticare i benefici "immediati" che i due capi partito avevano promesso ai loro elettori e che invece devono rimandare a data da destinare.
D'altra parte, qualche giorno fa è stato approvato il DEF: il documento, però, come era stato redatto dal governo uscente, così è stato approvato dal nuovo Parlamento.