La vera notizia relativa all'inchiesta di Fanpage sull'infiltrazione dei neofascisti all'interno di Lega e Fratelli d'Italia è che la sora Meloni, dopo una settimana, sia riuscita a pronunciare la parola fascismo... un evento epocale!

lo ha fatto in una dichiarazione all'AdnKronos replicando alle parole di Corrado Formigli, che nella puntata di giovedì di Piazza Pulita su La7 l'aveva accusata di non aver detto di essere schifata dai saluti fascisti e dalle proposte discutibili di finanziamenti in nero, dicendo che "non c'è nessuno spazio in Fratelli d'Italia per nostalgie del fascismo, razzismo, antisemitismo, folklore e imbecillità".

Ha detto fascismo... non nostalgismo: incredibile, anche la Meloni sa che in Italia è esistito il fascismo, anche se non ha ancora ben compreso - nonostante da ministro abbia giurato sulla Costituzione - che la Repubblica Italiana si fonda sull'antifascismo, pensando - poverina - che condannare il fascismo possa essere possibile solo se si condanni anche il comunismo... come se fossero la stessa cosa.

Ma ritenere che una sora Meloni qualsiasi possa capire la differenza tra comunismo e regimi totalitari che si sono definiti comunisti è come sperare di andare in bicicletta sulla Luna!

Adesso possiamo ritornare all'inchiesta di Fanpage con la nuova puntata che stavolta ha riguardato la Lega. Anche in questo caso il solito - a questo punto mitico - Roberto Jonghi Lavarini era impegnatissimo, con l'aiuto dell'intramontabile Borghezio (Lega), nel voler infiltrare fascisti all'interno del partito di Salvini.

Stavolta, Jonghi Lavarini inguaia i leghisti Bastoni, Ciocca e Sardone. Max Bastoni, consigliere alla regione Lombardia sul proprio profilo Facebook cita De Tocqueville, ma il resto del tempo lo vede impegnato con i neofascisti milanesi di Lealtà Azione il cui leader Stefano Pavesi è assunto e stipendiato come "portaborse" dall'eurodeputata Sardone. Una pratica che, secondo quanto dichiarato da Jonghi Lavarini, è diffusa da tempo a livello locale permettendo di inserire fascisti all'interno di varie istituzioni pubbliche milanesi e lombarde.

Naturalmente, anche in questo caso, tutti prendono le distanze dall'inchiesta. Cominciamo con Lealtà Azione:

L’Associazione Culturale Lealtà Azione, presa visione di quanto trasmesso nella serata di ieri dalla trasmissione Piazza Pulita su LA7, intende smentire le innumerevoli fake news spacciate come inchieste giornalistiche.In primo luogo il Dott. Roberto Jonghi Lavarini non ha alcun ruolo interno e non fa parte dell’Associazione Culturale Lealtà Azione, e per tanto è assolutamente errato ricondurre dichiarazioni e attività dello stesso all’Associazione.L’Associazione Culturale Lealtà Azione da sempre collabora sul territorio con esponenti istituzionali su progetti sociali e culturali, dinamica normale per una qualunque associazione senza alcuna “lobby nera”, complotti o infiltrazioni.Risulta inquietante come un giornalismo spazzatura, fatto di “taglia e cuci”, accostamenti impropri e assenza di contraddittorio sia diventato il metodo di delegittimazione politica e culturale di chi non è allineato al pensiero unico. (Ufficio Stampa Associazione Culturale Lealtà Azione) 

Bastoni, invece, dice che hanno cercato di corromperlo!

Non è da meno l'eurodeputato Ciocca...

E la Sardone? Fa finta di nulla e giustamente, visto chi ha scelto come collaboratore inneggia ai muri...

Nel frattempo, la Procura di Milano, tramite la Guardia di Finanza, ha disposto l'acquisizione dell'intero girato con cui è stata realizzata la seconda puntata di Fanpage sulla "lobby nera", compresa la vicenda della valigia consegnata dall'infiltrato di Fanpage (che avrebbe dovuto contenere soldi, ma invece era piena di libri) all'emissaria di Jonghi Lavarini con tanto di parola d'ordine concordata in precedenza, che fa ipotizzare il reato di finanziamento illecito.

E Salvini come ha commentato la vicenda che investe il suo partito? Come se, ancora una volta, si fosse parlato di Fratelli d'Italia!