Il 30,58% dei 51.301.377 italiani (fonte ministero dell'Interno) aventi diritto al voto (in teoria 15.691.962 in base all'aritmetica) l'8 e il 9 giugno si sono recati alle urne per esprimere la loro opinione sulla convenienza o meno di abrogare alcune norme relative al lavoro e alla cittadinanza.
Il quorum, fissato al 50% +1 degli aventi diritto al voto non è stato raggiunto. Pertanto, nonostante un'ampia maggioranza di persone si sia espressa a favore dell'abrogazione delle norme su lavoro (11,5 milioni) e cittadinanza (8,5 milioni)... tutto rimarrà come prima.
Queste le dichiarazioni dei (post) fascisti...
Giorgia Meloni:
Ad ora nessuna dichiarazione.
Fratelli d'Italia:""L’unico vero obiettivo di questo referendum era far cadere il Governo Meloni. Alla fine, però, sono stati gli italiani a far cadere voi."
"Il PD ha tradito i lavoratori, li ha presi in giro. E per questo è stato punito. Gira e rigira, il risultato non cambia: Elly Schlein ha fallito."
"Sfratto annullato, sinistra sconfitta e Governo rafforzato. Oggi tramonta il campo largo."
"Volevate fermare Giorgia Meloni. Gli italiani hanno fermato voi. Batti il cinque, Elly: ci hai resi ancora più forti."
"L’ondata c’è stata, a vostro sfavore ma c’è stata."
"Hanno strumentalizzato la guerra e il lavoro per attaccarti, cercando di mobilitare gli italiani contro di te. Il loro tentativo ha fallito. Giorgia, l’Italia è al tuo fianco."
Matteo Salvini, Lega: "Grande rispetto per chi è andato a votare, enorme sconfitta per una sinistra che non ha più idee e credibilità e che non riesce a mobilitare neanche i propri elettori. In due anni e mezzo al governo del Paese abbiamo ottenuto il record di italiani al lavoro, disoccupazione ai minimi, crescita dei posti fissi e calo del precariato: alla sinistra lasciamo le chiacchiere, Lega e governo rispondono coi fatti, e gli Italiani col voto (e il non voto) di ieri e oggi lo hanno capito benissimo. Cittadinanza accelerata? Idea sbagliata e bocciata pure quella, servono semmai più controlli e più buon senso. E sulla clandestinità, continuare a ridurre sbarchi e aumentare espulsioni. Gli Italiani hanno scelto, evviva la Democrazia".
Queste le dichiarazioni dei centristi...
Carlo Calenda: "Sono andato a votare perché penso che per un politico eletto sia un dovere morale.
Detto questo, lasciatemi aggiungere che:
1) Il referendum è ormai uno strumento di cui si è troppo abusato. Avevamo per tempo avvertito i promotori della possibilità di non raggiungere il #quorum. Non ci hanno ascoltato perché quello che li interessava veramente non era vincere, ma avere un’affluenza da poter rivendicare politicamente. A mio avviso questo è un modo irrispettoso di trattare l’esercizio del voto stesso che così diventa solo un costoso sondaggio;
2) Non si interviene via #referendum su materie complesse come il lavoro;
3) Trasformare questo referendum in una consultazione contro la Meloni è stato un clamoroso autogol - come già avevamo detto - perché ha sommato i voti della destra con quelli dell’astensione;
4) Se la sinistra continua a farsi trascinare dalle battaglie ideologiche di Landini, Conte, Fratoianni e Bonelli non andrà da nessuna parte;
5) È forse tempo che i riformisti di qualsiasi schieramento prendano atto che occorre costruire un’area liberale lontano dal campo largo e dalla destra sovranista."
Matteo Renzi: "Il referendum non ha raggiunto il quorum, come del resto era facilmente prevedibile vedendo i precedenti. I quesiti sul lavoro erano infatti ideologici e rivolti al passato. Spero che sia chiaro che per costruire un centrosinistra vincente bisogna parlare di futuro, non di passato".
"Se il centrosinistra vuole vincere, deve costruire un’alternativa al Governo Meloni del 2025 e non al Governo Renzi del 2015. Facciamolo insieme sulle sfide concrete: stipendi, tasse, sicurezza, giovani, sanità. Si può fare ma serve meno ideologia e più politica".
Adesso possiamo riassumere il senso dei commenti precedenti...
(Post) fascisti e centristi - con i primi che hanno invitato gli italiani ad astenersi nell'ultima settimana prima del voto, mentre hanno imposto ai loro media di regime di non parlarne nelle settimane precedenti - si sono detti soddisfatti del fatto che il lavoro in Italia continuerà ad essere precario, mal pagato e pure pericoloso, soprattutto a causa del Jobs Act, mentre neppure si preoccupano di non far diventare italiani dopo 5 anni dei cittadini stranieri che vivono e lavorano stabilmente in Italia... e soprattutto i loro figli che, nella maggior parte dei casi, parlano pure italiano meglio di coloro che siedono in Parlamento.
Sono gli stessi parlamentari che neppure si accorgono di far scappare dall'Italia decine di migliaia di persone che vanno all'estero in cerca di opportunità che il nostro Paese non è in grado di offrire loro. In pratica, gioiscono per il fatto che l'Italia si spopoli, inconsapevoli del fatto che il progresso si fa anche - se non soprattutto - con i numeri.
I veri sconfitti? Gli Abdul, i Mohammed, le Hind... che, pur sentendosi italiani, viene negato loro il diritto di esserlo. Una soddisfazione per i (post) fascisti che vivono, di giorno in giorno, nella certezza di poter trovare nuovi colpevoli con cui cibare le insoddisfazioni dei loro elettori... poveri fessi che credono che i loro guai possano essere sanati dal capo-popolo di turno, che di volta in volta abbaia soluzioni che appaiano (possibilmente) le più plausibili, in modo che siano spendibili elettoralmente per gente che da tempo ha dato il cervello all'ammasso.
E ancor peggio è andata ai dipendenti che continueranno ad essere malpagati e umiliati, anche nel caso in cui il motivo del loro licenziamento sia stato ingiusto, perché saranno liquidati con uno scappellotto e due lire. Certo, meglio che crepare sotto una pressa o schiacciati in un cantiere... E grazie al Jobs Act potranno esser certi di avere un lavoro... che corrisponde a quello di un contratto precario della durata di tre anni, con pochi vantaggi in più rispetto ai contratti a tempo determinato di durata inferiore!
Non ne siete convinti? E allora provate ad andare in una qualunque banca, presentando un contratto prodotto dal Jobs Act, per chiedere un mutuo e poi sentite che cosa vi dicono... E questi ciarlatani definiscono i lavoratori assunti con il Jobs Act come lavoratori a tempo indeterminato. Che grandi e medie imprese possano festeggiare a seguito dei risultati del referendum è plausibile... ma perché dovrebbero farlo anche i loro dipendenti?