Dopo 11 giorni senza alcuna indicazione, per la Ocean Viking è finalmente arrivata dalle autorità italiane l'autorizzazione a sbarcare a Pozzallo i 104 uomini, donne e bambini che attualmente si trovano a bordo.

Se ne faranno carico Francia, Germania e Italia, come ha dichiarato la ministra dell'Interno Lamorgese, dopo aver ricordato che la loro collocazione ha potuto aver luogo solo grazie all'accordo stipulato nell'ultimo vertice di Malta.

Chi, invece, vuol sempre leggere il rovescio della medaglia in qualsiasi accadimento, ipotizza che lo sbarco sia stato permesso solo dopo che si sono svolte le elezioni in Umbria.

In ogni caso, il tempo di assegnazione per un PoS alla Ocean Viking non è certo stato molto inferiore rispetto ai tempi in cui al Viminale era presente (si fa per dire) Matteo Salvini.


Ma mentre alla Ocean Viking un porto è stato assegnato, non è ancora così per la Alan Kurdi, con 91 persone a bordo (una donna incinta è stata evacuata per ragioni mediche dalla Guardia costiera italiana), strappate dalle mani dei trafficanti libici, arrivati a minacciare, armi in pugno, gli operatori di Sea-Eye che stavano effettuando le operazioni di salvataggio.


Quanti giorni in mare dovrà ancora attendere la Alan Kurdi per un porto sicuro?


È andata meglio, se così si può dire alla Open Arms che ha trasferito su una unità maltese le 44 persone che ospitava a bordo. Effettuato il trasbordo, la nave della Ong spagnola ha poi invertito la rotta e si è diretta verso l'ultima posizione nota di una barca in difficoltà, distante oltre 10 ore di navigazione, in merito alla quale l'aereo di avvistamento Moonbird aveva già lanciato un'allerta.

Le condizioni del Mediterraneo nelle scorse ore non lasciano però spazio all'ottimismo sulla sorte di quei migranti, che, nonostante la richiesta di intervento, nessuno nel frattempo si era curato di soccorrere. L'equipaggio di Open Arms, comunque, continua le operazioni di ricerca.