Le spese militari mondiali hanno superato il muro dei 1.700 miliardi di dollari e sono valutati in 1.739 miliardi di dollari, pari al 2,3% del Pil mondiale (in pratica 230 dollari a testa) e con una crescita valutata in termini reali dell’1,1%.

Numeri certificati dal Sipri (Stockholm International Peace Research Insitute), l’istituto svedese di ricerca sulla pace, diffuse oggi e relative alla spesa per eserciti ed armamenti di tutti gli Stati del mondo. L’1,1% può essere considerata una leggera crescita, ma prosegue un trend in atto da alcuni anni ed è il risultato dell’incremento ormai da tempo robusto nelle spese dell’area mediorientale – Arabia Saudita su tutti – e del continuo aumento dei fondi militari impiegati da Cina e India.

Un aumento che avviene nonostante il drastico taglio delle spese militari della Russia (- 20%) e una stasi in quelle statunitensi che comunque, da sole, superano quelle dei successivi sette Paesi della lista e si prevedono in rialzo già sul 2018. I 10 Paesi ai vertici della classifica di spesa per il 2017 secondo il Sipri sono rispettivamente: Stati Uniti, Cina, Russia, Arabia Saudita, India, Francia, Regno Unito, Giappone, Germania e Corea del Sud.

Anche in Europa si registra un incremento generalizzato, più pronunciato in quella centrale (+12%), e comunque presente in quella occidentale (+1,7%) sia per la percezione di pericolo russo sia per le richieste di aumento di spesa che la Nato sta reiterando.

I principali Paesi per spesa militare in Europa sono Francia (-1,9%) Gran Bretagna (+0,5%), Germania (+3,5%) e Italia (+2,1%). Anche il nostro Paese viene stimato con una spesa militare in rialzo e superiore ai 26 miliardi di euro, circa 29 miliardi di dollari, con un controvalore pari all’1,5% del Pil.