Vedete le persone nella foto sopra? «Molte di loro non le conoscete - ha scritto il ministro Di Maio - ma è anche grazie a loro e a tanti altri se il Reddito di Cittadinanza è realtà.»

Quelli sono i responsabili, o gli irresponsabili in base ai punti di vista, che hanno tradotto in norma i desiderata di Di Maio.

«Tra loro c'è chi ha scritto la legge, chi ha lavorato giorno e notte per far quadrare i conti con queste benedette coperture (che alla fine, guardate un po', ci sono!), chi ve ne ha spiegato il funzionamento e ha cercato di comunicarvi cosa realmente il Reddito di Cittadinanza sia, smentendo quotidianamente tutte le fesserie che trovavate scritte sui giornali.»

Però, "fesserie, attacchi e menzogne" di cui parla Di Maio, e che altri definiscono più correttamente valutazioni e critiche, non sono certo diminuite dopo la pubblicazione del provvedimento.

Molte sono perplessità e dubbi che si mostrano a chiunque legga il provvedimento, anche frettolosamente. Ad esempio in relazione all'offerta di lavoro e alle problematiche ad essa collegate. Molti si chiedono, infatti, dato che il lavoro in molte zone d'Italia, specie nelle isole e al sud, non si trova, quali potranno mai essere le proposte entro 100 km che verrebbero offerte a coloro che ricevono il reddito? Un dubbio non del tutto infondato, ma che da Di Maio non viene spiegato.

In ogni caso, può essere interessante, invece, riprendere delle considerazioni più tecniche collegate al provvedimento. Queste riportate di seguito hanno come fonte l'agenzia di stampa Reuters.

La perplessità di fondo riguarda le risorse a disposizione del reddito di cittadinanza: 6 miliardi, meno della metà di quanto previsto inizialmente dai 5 Stelle che, per far quadrare il cerchio hanno pensato bene di ritardare l'inizio del versamenti, di ridurre la platea dei beneficiari e diminuire il valore del reddito per le famiglie.

"Il risparmio più evidente e valido solo per il 2019 - dichiara Reuters - è dato dall'introduzione del reddito di cittadinanza a partire dal secondo trimestre e non da inizio anno, slittamento che da solo taglia la spesa del 25%. A questo, si aggiunge la riduzione della platea con l'introduzione del criterio della residenza da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due consecutivi."

C'è infine una terza misura, la meno evidente, che è riferita invece alla scala di equivalenza: "per ogni componente maggiorenne della famiglia verrà assegnato un ulteriore reddito pari al 40% dei 500 euro del capo-famiglia. Per ogni figlio minorenne il contributo scende al 20%. Il tetto, al netto dell'affitto, è fissato a 1.050 euro, livello che - in tal modo - penalizza le famiglie numerose."

Il problema è che i parametri della scala di equivalenza utilizzata dal Governo sono inferiori a quelli della scala di riferimento fornita dall'Istat.

Pertanto ci saranno "minori versamenti a una platea che, in base alla relazione tecnica al provvedimento, sarà l'85% dei nuclei familiari aventi diritto: poco più di un milione e mezzo rispetto al potenziale di 1 milione e 800.000 famiglie. Al netto di circa un terzo di famiglie con un solo componente rimane circa un milione di famiglie interessate negativamente dalle scale di equivalenza del governo.

I conti sono presto fatti: per ogni mille euro di risparmio sul reddito di cittadinanza annuo alle famiglie la minore spesa del governo è di un miliardo."


Quelle sopra riportate sono solo una delle numerose piccole sorprese contenute in quello che è stato ampollosamente definito il "nuovo welfare state italiano"!

Un welfare state di cui però non si intesta il merito l'altro rappresentante della maggioranza di Governo, Matteo Salvini, che invece, parlando del decreto, si limita a complimentarsi solo per il fatto di aver approvato la revisione della legge Fornero.

«STOP FORNERO, DALLE PAROLE AI FATTI!», scrive Salvini su Facebook, aggiungendo anche: «Dedico Quota100 a Fornero e a Monti! 1 MILIONE di italiani potranno scegliere il diritto alla pensione e per tantissimi altri ci sarà il diritto al lavoro.
Sono felice, Amici. Dopo anni di disastri di chi ci ha preceduto, credo che in 7 mesi abbiamo fatto tanto.
Questo è un punto di partenza. Si prepari a piangere ancora la signora piangente perché l'obiettivo finale è quota 41.»

Ma è sicuro, Salvini, di aver fatto un regalo a coloro che vorranno anticipare la data in cui andare in pensione? Di certo è che nelle fluviali dichiarazioni delle ultime ore, quello che il ministro si dimentica di dire è che il provvedimento costerà in media, a chi ne vorrà approfittare, il 25% del proprio assegno mensile. In soldoni, chi avrebbe dovuto andare in pensione con 1.600 euro al mese, potrebbe finire per prenderne 1.200. Un taglio non del tutto irrilevante!

Lo ricorda Il Sole 24 Ore a chiunque voglia considerare di "andare in pensione cinque anni prima rispetto al trattamento di vecchiaia." Invece, "se si sceglie una delle possibili soluzioni intermedie - per esempio, se si va in pensione sfruttando sempre quota 100, ma a 64 anni di età - il taglio è sensibilmente inferiore e oscilla tra il 12 e il 16%."

Come si vede, quindi, descrivere quota 100 come fa Salvini, «senza alcuna penalizzazione e senza alcun taglio», oltre che una presa in giro è una vera e propria truffa nei confronti degli italiani.