Domenica 26 febbraio 2022 si è svolta, a piazza Bocca della Verità a Roma, la manifestazione nazionale del movimento-partito “Ancora Italia”. Sul palco si sono succeduti relatori diversi tra cui il giornalista Arnaldo Vitangeli, il vicepresidente del movimento e musicologo Antonello Cresti, il direttore d’orchestra Andrea Colombini ed altri. Ascoltando gli interventi degli invitati appare evidente come il partito Ancora Italia voglia provare a proporre un progetto politico radicato eticamente e basato su quello che il presidente Francesco Toscano definisce come “sintesi politica”, intendendo ribadire la necessità di una mediazione politica tra le varie esigenze ed aspettative della collettività antitetiche alla rigidità dogmatica e monodimensionale offerta dai partiti che occupano le aule parlamentari. Tutti i discorsi fatti di fronte ad una piazza gremita hanno avuto una loro impostazione di contenuto etico-morale ed è su questa piattaforma che il nuovo partito sembra voglia costruire un’alternativa politica al blocco monocratico esistente al momento in Italia. 

I discorsi che sono stati fatti a piazza Bocca della Verità sono rivolti, a detta dell’intervento del segretario nazionale Mario Gallo, ad “un gruppo coeso di persone consapevoli” e questo presenta già una grave difficoltà in sé: come sarà possibile raggiungere il quorum necessario quando la popolazione è ormai preda impotente dell’ipnosi massmediatica collettiva che orienta azioni ed emozioni ora da una parte ora dall’altra? Una cosa è riuscire a raccogliere decine di migliaia di persone in piazza, altra cosa è raggiungere quei milioni di rintanati in casa e con il telecomando incollato al palmo della mano. Per trovare le “persone consapevoli” auspicate ci vuole ormai la lanterna del vecchio Diogene.

Il progetto politico di Ancora Italia è, quantomeno nelle intenzioni, sicuramente encomiabile, dall’altra parte, però, è necessario evidenziare alcuni elementi che operano in direzione sfavorevole al neonato partito. Ancora Italia, presentandosi come un movimento di base orientato verso una direzione etico-morale, ha già in sé elementi che lo rendono apertamente nemico della politica italiana corrente: nessuno tra i partiti esistenti in Parlamento sente, al di là delle grandi quanto vuote dichiarazioni generiche, alcuna correlazione o aspirazione a principi etici e neppure a criteri costituzionali fondamentali che vengono invece stravolti, a piacimento, con il beneplacito dei vari costituzionalisti di palazzo e la pompa dei media. Il richiamo al necessario ritorno alla Costituzione, giustamente invocato da Ancora Italia, rappresenta, paradossalmente, un elemento che separa questo movimento dalla politica corrente ben più del più grande oceano. Questo neonato movimento di base appare infinitamente lontano dagli attuali partiti ben saldi alle procedure e convenzioni di palazzo, ma completamente estranei a quei discorsi che, invece, dovrebbero sorreggere delle comunità democratiche. Se così non fosse, questi partiti di corte, inchiavardati alle poltrone di parlamento e governo, non potrebbero continuare a sostenere una lunga sfilza di presidenti del Consiglio mai passati dalla vidimazione delle urne, né la pletora di decreti che si sovrappongono alla sovranità parlamentare. Lo spregio, tanto effettivo quanto formale, dei principi elettivi e costituzionali rende l’attuale partitocrazia un nemico compatto di movimenti di base come Ancora Italia non sovvenzionati o gestiti da personaggi nell’ombra. 

La manifestazione a piazza Bocca della Verità si è conclusa con le parole del presidente Francesco Toscano il quale ha offerto un discorso critico non soltanto sulla situazione nazionale, ma anche sulla gravissima crisi dovuta alla guerra in Ucraina indicando, così, un anelito tanto nazionale quanto internazionale. Toscano ha anche inviato dure critiche all’attuale politica italiana accusandola - riformulando un noto passaggio di Tacito - di “chiamare pace e filantropia quella che è, in realtà, la quiete dei cimiteri.” 

Ancora Italia è, del resto, un movimento la cui affermazione nazionale è in massima parte dovuta alla catastrofe antidemocratica introdotta dalla partitocrazia monoblocco attraverso la vicenda pandemica iniziata nel 2020. È grazie all’uso di mezzi di comunicazione alternativi – da YouTube fino alle altre piattaforme – che il direttivo di Ancora Italia raggiunge la base del movimento, offrendo un discorso antitetico a quello della narrativa dominante, fatto già in sé degno di encomio. 

Il silenzio che, da parte loro, i media impongono su questo movimento è già in sé sospetto o colpevole – diversamente da quanto hanno fatto con il movimento di Grillo, o con quello delle sardine, sui quali i riflettori sono stati puntati fin dall’inizio, segno che vi erano delle chiare volontà nell’orientare quelle luci. I media generalisti non soltanto pongono una cura estrema e, chiaramente, eterodiretta, nell’ignorare le manifestazioni di piazza, i discorsi e gli evidenti progressi nel consenso di Ancora Italia, ma, quando se ne occupano, come nel caso di un giornale di Brescia poco tempo addietro, provvedono a costruire delle notizie ad hoc per screditare quello che gruppi di persone di buona volontà, non sovvenzionate da alcuna cupola, provano a portare avanti onestamente. Questo ci dice, da subito, che la lotta politica di Ancora Italia rappresenta, ancora una volta, la proverbiale battaglia tra Davide e Golia e, come insegna la storia biblica, alla fine non fu la sola forza bruta a determinare l’esito della tenzone.