Nell'Angelus della prima domenica di Quaresima, il Papa ha commentato il passo del vangelo di Marco che narra di quando Gesù, prima di incominciare la sua predicazione, si ritirò per quaranta giorni nel deserto, dove fu tentato da Satana (cfr 1,12-15). 

Come commenta Francesco il passo?  In questo modo:

«Ogni anno, all’inizio della Quaresima, questo Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto ci ricorda che la vita del cristiano, sulle orme del Signore, è un combattimento contro lo spirito del male. Ci mostra che Gesù ha affrontato volontariamente il Tentatore e lo ha vinto; e al tempo stesso ci rammenta che al diavolo è concessa la possibilità di agire anche su di noi con le tentazioni. Dobbiamo essere consapevoli della presenza di questo nemico astuto, interessato alla nostra condanna eterna, al nostro fallimento, e prepararci a difenderci da lui e a combatterlo. La grazia di Dio ci assicura, con la fede, la preghiera e la penitenza, la vittoria sul nemico. Ma io vorrei sottolineare una cosa: nelle tentazioni Gesù mai dialoga con il diavolo, mai. Nella sua vita Gesù mai ha fatto un dialogo con il diavolo, mai. O lo scaccia via dagli indemoniati o lo condanna o fa vedere la sua malizia, ma mai un dialogo. E nel deserto sembra che ci sia un dialogo perché il diavolo gli fa tre proposte e Gesù risponde. Ma Gesù non risponde con le sue parole; risponde con la Parola di Dio, con tre passi della Scrittura. E questo dobbiamo fare anche tutti noi. Quando si avvicina il seduttore, incomincia a sedurci: “Ma pensa questo, fa quello...”. La tentazione è di dialogare con lui, come ha fatto Eva; e se noi entriamo in dialogo con il diavolo saremo sconfitti. Mettetevi questo nella testa e nel cuore: con il diavolo mai si dialoga, non c’è dialogo possibile. Soltanto la Parola di Dio».

Adesso facciamo un piccolo sforzo di memoria, prima richiamandoci al Credo e poi al primo dei Libri Sapienziali.

Il Credo:

Credo in un solo Signore, Gesù Cristo,
unigenito Figlio di Dio,
nato dal Padre prima di tutti i secoli:
Dio da Dio, Luce da Luce,
Dio vero da Dio vero,
generato, non creato,
della stessa sostanza del Padre...

Per la Chiesa cattolica, Dio è uno e trino e Gesù è Dio, generato della stessa sostanza del Padre, in quanto parte della trinità.  Stabilito questo, adesso prendiamo l'inizio del primo capitolo del libro di Giobbe:

Ora, un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore e anche Satana andò in mezzo a loro. 7 Il Signore chiese a Satana: "Da dove vieni?". Satana rispose al Signore: "Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo". 8 Il Signore disse a Satana: "Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male". 9 Satana rispose al Signore: "Forse che Giobbe teme Dio per nulla? 10 Non sei forse tu che hai messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quello che è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e i suoi possedimenti si espandono sulla terra. 11 Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha, e vedrai come ti maledirà apertamente!". 12 Il Signore disse a Satana: "Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stendere la mano su di lui". Satana si ritirò dalla presenza del Signore.

Adesso, dopo le parole del Papa, vi è un altro quesito che si aggiunge alla vicenda di Giobbe, oltre a quello canonico che già ha impegnato molti teologi sul fatto che il significato di tale storia possa far ritenere  Dio un imperatore, indifferente alla qualità morale delle persone, facendo credere che il bene è sempre premiato e il male punito... Quale? 

Considerando la natura divina di Gesù, il dubbio è se a questo punto sia vero o falso che nella sua vita non abbia mai dialogato con il diavolo, "mai"!