L’omertà dietro le aggressioni. Lunedì, in pieno giorno, alla stazione tiburtina di Roma, un giovane viene seguito, derubato, insultato e picchiato.

Il ragazzo rientrava a casa dopo il primo giorno di lavoro. L’aggressione, indicata come omofoba, si è consumata davanti agli occhi dei viaggiatori che non hanno fatto nulla per fermarla.

La vittima ha passato la notte in ospedale con ecchimosi sul corpo e sul viso. Federico, questo il nome della vittima, però non è stato zitto ed ha denunciato l’accaduto come è giusto che avvenga.

Il branco, ragazzi svogliati che passano il tempo a guardarsi intorno per capire chi devono assalire, lo aveva preso di mira.

Una generazione - la loro - senza meta, senza ideologie, senza valori, perché nessuno ha tempo da perdere con loro. Se poi pensiamo che vengono cresciuti da genitori e insegnanti che sono bulli a loro volta, come possiamo pretendere di cambiare il sistema?

Il sistema verrà cambiato quando politica, scuola, famiglia, "faranno pace tra loro" e riusciranno a dialogare con un'unica lingua, quella del rispetto.