10 maggio, meno di mille i nuovi casi di contagio da Covid
Al 10 maggio, il totale delle persone che in Italia hanno contratto il virus è 219.070, con un incremento rispetto a ieri di 802 nuovi casi, a conferma che le misure di distanziamento sociale adottate hanno finora funzionato, anche se dovremo attendere fino alla fine della prossima settimana per vedere se il loro allentamento a partire dal 4 maggio avrà o meno generato un nuovo aumento dei contagi. Il numero totale degli attualmente positivi è di 83.324, con una decrescita di 1.518 rispetto a ieri.
Nel dettaglio, i casi attualmente positivi sono 30.190 in Lombardia, 13.650 in Piemonte, 7.191 in Emilia-Romagna, 5.591 in Veneto, 4.147 in Toscana, 2.900 in Liguria, 4.286 nel Lazio, 3.251 nelle Marche, 1.915 in Campania, 786 nella Provincia autonoma di Trento, 2.669 in Puglia, 2.069 in Sicilia, 851 in Friuli Venezia Giulia, 1.671 in Abruzzo, 459 nella Provincia autonoma di Bolzano, 113 in Umbria, 515 in Sardegna, 113 in Valle d’Aosta, 596 in Calabria, 143 in Basilicata e 218 in Molise.
Tra gli attualmente positivi, 1.027 sono in cura presso le terapie intensive, con una decrescita di 7 pazienti rispetto a sabato, 13.618 sono i ricoverati con sintomi, con un decremento di 216 pazienti, mentre 68.679 sono in isolamento senza sintomi o con sintomi lievi.
Il numero complessivo di dimessi e guariti sale a 105.186, con un incremento nelle ultime 24 ore di 2.155 persone.
Rispetto a ieri i deceduti sono 165, con il totale che arriva così a 30.560.
L'abbassamento nel numero dei nuovi casi di contagio aumenta, però, il braccio di ferro tra autorità locali e Governo con i presidenti delle regioni, soprattutto quelli di destra, che insistono per riaprire tutto già a partire dai prossimi giorni... oltre a farlo nella quasi più completa normalità, mascherina a parte.
"Vogliamo costruire questa nuova normalità al tempo del Covid 19 rendendo trasparente la condizione dei contagi in ogni Regione", ha risposto loro il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia, aggiungendo che "da giovedì il ministero della Salute presenterà i dati dei contagi regione per regione. I dati saranno resi noti ogni settimana e sarà possibile per ogni cittadino verificare e valutare il grado di rischio che c'è in ogni territorio".
Sarà sufficiente la dichiarazione di boccia per placare i "bollori" dei vari amministratori locali dal Friuli alla Sicilia? Difficile crederlo, soprattutto perché le ragioni di tanto scalpitare, prima che pratiche, sono soprattutto di natura politica.