Come ogni anno, il 2 febbraio si celebra la Giornata mondiale delle zone umide (“World wetlands day”), nella data in cui ricorre la firma, nel 1971, della Convenzione internazionale di Ramsar sulle zone umide di importanza internazionale
“La correlazione tra salute degli ecosistemi e salute umana – dichiara Raniero Maggini Presidente del WWF Roma e Area Metropolitana - è sempre più evidente, come anche i disagi che progressivamente la crisi climatica genera nelle vite di tutti noi. Dobbiamo avere cura di questi preziosi ecosistemi, scrigni di biodiversità e capaci di erogare servizi fondamentali per l’ambiente e chi lo popola, compresa la nostra specie.”
Per tale motivo, il WWF Roma e Area Metropolitana è tornato proprio nei giorni scorsi a porre l'accento su un’area di particolare rilievo naturalistico all’interno del territorio della Città Metropolitana: i Laghi Albano e di Nemi, che, corre l’obbligo di ricordare, sono inseriti, in ragione del loro valore, all’interno del perimetro del Parco Naturale Regionale Castelli Romani.
“Osserviamo con apprensione – aggiunge Maggini - la drammatica crisi idrica legata all'abbassamento della falda del complesso dei Laghi dei Colli Albani, aderendo convintamente all’azione delle organizzazioni attive sul territorio. Occorre porre un freno al consumo di suolo, investire nell’ammodernamento delle reti di distribuzione per contrastare gli sprechi dell’acqua dovuti a perdite di entità inaccettabile, razionalizzare i prelievi sia pubblici che privati, con particolare attenzione ai settori industriale ed agricolo. La siccità non può essere affrontata sistematicamente aumentando i prelievi ma con misure urgenti che garantiscano la salvaguardia della risorsa idrica e dei sistemi naturali che da essa dipendono.”
Contestualmente il WWF monitora da tempo le piccole zone umide diffuse nel territorio della Città Metropolitana, consapevole della loro preziosa funzione sia ai fini della tutela della biodiversità sia in termini di adattamento ai cambiamenti climatici (ad es. raccogliendo le acque delle piogge intense e restituendo vapore acqueo durante le giornate più calde dell’anno, attenuando il crescente fenomeno delle isole di calore nei luoghi densamente urbanizzati).
“I cambiamenti climatici in corso impongono di prestare un’attenzione particolare alla conservazione e alla gestione delle zone umide, che da sempre sono considerate hotspot di biodiversità. Nell'area romana il WWF monitora da anni la situazione delle zone umide minori. La tutela degli habitat in cui vivono specie minori di anfibi, pesci, rettili ed invertebrati, obbligati dal loro ciclo vitale agli ecosistemi igrofili, deve essere prioritaria.” conclude Giovanni Mattias Vice Presidente del WWF Roma e Area Metropolitana.