Sono passati 6 giorni senza risposte, senza un porto, senza che alle 121 persone a bordo della Open Arms venga riconosciuta la loro dignità.
"Non ci riconosciamo in questa Europa - dicono dalla Ong spagnola, chiedendo supporto alla società civile - nei suoi stati codardi, nella sua politica vuota. La lotta per i loro diritti è anche quella per i nostri".
E per dare anche concretezza a tali parole, la Open Arms ha fatto sapere di aver presentato un ricorso al Tribunale per i Minori e alla Procura minorile di Palermo, affinché i minori a bordo della nave vengano fatti sbarcare e vengano nominati dei tutori per quelli non accompagnati, in base a quanto previsto dagli articoli 6 e 11 della Convenzione dell'Aja.
Nel frattempo, il rappresentate della società incivile, il ministro dell'Interno Salvini, a cui è affidata la competenza per la promozione dell'odio razziale, ha dichiarato che "la Open Arms è da sei giorni nel Mediterraneo e ora minaccia di entrare in Italia.
Avrebbe avuto tutto il tempo per raggiungere la Spagna, il Paese della ong, che ha dato la bandiera alla nave e dove alcuni sindaci si sono esposti a favore dell'accoglienza.
Ma forse questi signori vogliono fare solo una provocazione politica: evidentemente la vita delle persone a bordo non è la loro vera priorità, ma vogliono a tutti i costi trasferire dei clandestini nel nostro Paese.
Si ricordi, la Open Arms, che per lei le acque territoriali italiane sono chiuse e siamo pronti a sequestrare la nave".
Quello che però il tale di cui sopra non sembra ricordarsi è che i divieti dei suoi decreti sicurezza dovrebbero essere applicati solo in alcuni casi, in base ad alcune condizioni, e mai in contrasto in base a quanto disciplinato dai trattati internazionali per il soccorso in mare. Eppure, secondo quell'ipotesi di ministro, a qualunque nave di qualunque Ong dovrebbe essere vietato un porto sicuro nel Paese più vicino al punto in cui un salvataggio è stato effettuato.
Ma se i decreti sicurezza di Salvini rispettano i trattati internazionali in tema di soccorso in mare, è possibile sapere quando e in quali occasioni una nave, comprendendo anche quelle delle Ong - può aver soccorso dei naufraghi rispettando le "regole" ed essendo pertanto meritevole di accedere ad un porto italiano?
È un punto che gli sgangheratissimi parlamentari gialloverdi, e soprattutto neri, non hanno ancora chiarito.
Di seguito è possibile avere l'ultima posizione sempre aggiornata della Open Arms...