L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si trova al centro di una controversia internazionale dopo che il presidente Donald Trump ha annunciato il ritiro degli Stati Uniti dall’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite. La decisione ha sollevato preoccupazioni tra i leader mondiali, in particolare a causa dell’impatto negativo previsto sull’accesso alle informazioni sui focolai di malattie globali e sulla capacità di risposta in situazioni di emergenza.
Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha recentemente fatto appello ai leader globali affinché facciano pressione su Washington per rivedere la decisione di ritirarsi dall’agenzia. In un incontro a porte chiuse con diplomatici internazionali, Tedros ha sottolineato come gli Stati Uniti, storicamente il principale donatore dell’OMS, rischino di subire danni significativi per la perdita di accesso a informazioni critiche riguardanti i focolai di malattie in tutto il mondo. L’assenza di questi dati potrebbe indebolire non solo la sicurezza sanitaria nazionale, ma anche la capacità globale di prevenire e gestire le epidemie.
Documenti interni ottenuti dall’Associated Press rivelano che l’OMS ha una “forte dipendenza” dai contributi statunitensi, specialmente per il finanziamento del programma di emergenza sanitaria. Il bilancio confidenziale mostra chiaramente che le operazioni di risposta alle crisi in Medio Oriente, Ucraina e Sudan sono tra quelle maggiormente a rischio in seguito alla decisione di Washington. Questa dipendenza finanziaria mette in luce la fragilità dei meccanismi di risposta internazionale alle emergenze sanitarie, evidenziando come un singolo attore possa influenzare in maniera determinante la capacità operativa dell’OMS.
L’allontanamento degli Stati Uniti dall’OMS non rappresenta solo un problema di bilancio, ma incide profondamente sulla cooperazione internazionale in un’epoca in cui le minacce sanitarie sono sempre più complesse e interconnesse. La decisione rischia di compromettere la trasparenza e la rapidità nella condivisione di dati vitali, essenziali per il monitoraggio e la gestione tempestiva delle epidemie. In un mondo globalizzato, dove una malattia può facilmente varcare i confini nazionali, il coordinamento e la cooperazione tra le nazioni diventano strumenti indispensabili per garantire la sicurezza sanitaria di tutti.
Di fronte a questa situazione critica, la comunità internazionale è chiamata a intervenire. La richiesta del direttore generale dell’OMS è chiara: è necessario fare pressione su Washington affinché riconsideri la propria decisione. Alcuni Paesi stanno già discutendo di come affrontare l’uscita degli USA e stanno valutando strategie per diversificare le fonti di finanziamento dell’OMS, riducendo così la dipendenza da un singolo contributo. Tali misure potrebbero includere il rafforzamento del sostegno da parte di altri stati membri e l’adozione di nuovi meccanismi di finanziamento che garantiscano la continuità operativa dell’agenzia anche in caso di ulteriori imprevisti politici.