Carlo Calenda, uno dei migliori rappresentanti della sinistra pariolina che ha fondato un partito (Azione!) facendo leva sulla sua continua e quasi ossessiva attività social su Twitter, domenica sera, ospite della trasmissione Che tempo che fa che quest'anno va in onda su Rai3, ha dichiarato di che si candiderà a sindaco di Roma alle elezioni del prossimo anno.

«Auspico con un consenso ampio - ha poi aggiunto -. Cercherò in tutti i modi possibili di mettere insieme una squadra molto larga», definendo la sua candidatura come «un dovere e una grande avventura».

La grande avventura è spiegabile di per sé, ma il dovere non è ben chiaro verso chi.

Il fondatore di Azione! ha poi aggiunto di non poter parlare per il Pd, pure dichiarandosi di far parte del centrosinistra e di  auspicare un appoggio largo, «perché una persona da sola non può fare questo lavoro».

Ma le primarie?

«Le primarie non sono sempre state la panacea. Farle oggi è molto complicato, farle tra qualche mese vuol dire perder tempo a parlare tra di noi per molti mesi, invece che ai romani. E poi alle primarie sono stati sconfitti Sassoli e Gentiloni, vinse Marino che poi il Pd rimosse», ha detto Calenda.

Qual è stata la reazione del Partito Democratico alle parole di Calenda? Silenzio assoluto, da parte del partito e del suo segretario, Nicola Zingaretti. 

A supporto di Calenda si registra solo l'agitarsi dell'ex renziano ed ex Pd, Matteo Richetti

«Quando abbiamo fondato Azione ci siamo promessi che non sarebbero mai mancati coraggio, generosità e libertà. La scelta di Carlo Calenda risponde a questo spirito: non basta dire che si vogliono cambiare le cose, bisogna accettare le sfide che ti permettono di farlo», aggiungendo anche che le primarie possono rappresentare una grande prova di democrazia ma essere anche un modo per scoraggiare la partecipazione».

Riassumendo, un partito del 3%, Azione, ha deciso per proprio conto che il centrosinistra, il cui principale partito è il Pd con oltre il 20% di consenso nel Paese, dovrebbe accettare la candidatura a sindaco di Roma di Carlo Calenda, perché lo ha deciso Calenda, che ha già bollato come inutili anche eventuali primarie per verificare la credibilità della sua proposta.

E quel che è più incredibile, è che non sia una scherzosa provocazione. E' tutto vero!