La stampa serva degli estremisti di destra si è esaltata nel voler far credere ai propri lettori (o presunti tali) che l'annuncio di Grillo di nominare un comitato per ricomporre lo strappo con Conte, su richiesta dei gruppi parlamentari, fosse da interpretare come un ridimensionamento e una conseguente sconfitta per l'ex premier.
Una interpretazione dei fatti che avrebbe potuto esser valida conoscendo l'esito della mediazione che però ancora non è arrivato. Inoltre, l'interpretazione appare ancor più campata in aria, considerando che Conte l'ha accolta dichiarando che, alla fine, l'impianto dello statuto da lui proposto rimanga tale.
E questo per certi commentatori politici significa resa. Evidentemente, la figura di Conte è ritenuta un pericolo dalla destra estremista di Salvini e Meloni, dalla destra affarista di Berlusconi e dalla destra lobbista di Renzi che ogni occasione deve essere sfruttata per sminuirla.
Con tali premesse Conte ha ricevuto, senza far nulla, un imprimatur che lo rende digeribile a quella parte d'Italia "normale" e raziocinante che dai politici pretende di ascoltare non slogan campati in aria, oltretutto supportati dall'odio, ma proposte concrete, soluzioni logiche.
L'ultimo ostacolo alla normalità è rappresentato dall'arroganza presuntuosa di un comico che è finito lui stesso vittima delle contraddizioni che in passato denunciava nei suoi spettacoli.
Il comitato da lui proposto, ma quasi sicuramente a lui suggerito, è una via d'uscita che gli permette di salvare la faccia accettando un suo ridimensionamento per far crescere il Movimento e farlo diventare una forza politica democratica e non una pagliacciata alla mercé dei suoi capricci o di quelli di chi in passato ne ha tirato le fila, la Casaleggio associati!
Il comitato riuscirà nell'impresa? E i tempi quanto saranno brevi per trovare la soluzione per salvare capra e cavoli? La mancanza di lucidità di Grillo sta spalancando la strada ad una destra reazionaria, se non anche fascista, che ha a cuore, come quella del ventennio, il potere e uno Stato ben chiuso nei propri confini, condizione necessaria, indispensabile, per poter conservare il potere una volta conquistato.
Ma la presuntuosa ignoranza di Grillo, che si definisce un visionario, non gli ha finora permesso di vedere ciò che chiunque abbia a cuore la democrazia ha già visto da tempo.