Amara sorpresa per i lavoratori della Brioni di Penne e Montebello di Bertona nel piano industriale 2021/2025 del noto marchio della moda. Degli attuali 1.000 dipendenti, 320 sarebbero di troppo. Sindacati sul piede di guerra.
Ebbene sì, 320 esuberi nel polo della moda abruzzese: il piano industriale della Brioni gela il territorio e i sindacati. Le reazioni del mondo politico sono molteplici.
"Il piano industriale presentato al Mise rappresenta una doccia fredda per la comunità vestina. Il ridimensionamento dei siti produttivi di Penne, Montebello di Bertona e Civitella Casanova, scelta che prevede 320 esuberi, è inaccettabile. Dopo l'emergenza sanitaria, rischiamo ora l'emergenza sociale". Lo afferma il sindaco di Penne (Pescara), Mario Semproni, commentando la presentazione del piano industriale di Brioni per il periodo 2021-25.
Un Piano Industriale per il periodo 2021-2025 che punta su uno sviluppo del brand in accessori e nuove categorie di prodotto, “mantenendo il forte posizionamento nell’eccellenza produttiva 100% italiana e nell’esclusività”: è quello presentato da Brioni, nell’incontro odierno presso il ministero dello Sviluppo Economico, “per andare incontro all’evoluzione del settore dell’abbigliamento maschile di fascia alta” che prevede, però, “una razionalizzazione dei costi di struttura e una riorganizzazione della matrice produttiva”.
Brioni, annuncia una nota diffusa in serata, “si trova costretta a intraprendere un duraturo e improrogabile percorso di interventi di razionalizzazione dei costi e ridimensionamento dei siti produttivi di Penne, Montebello di Bertona e Civitella Casanova”, tutti in provincia di Pescara, “che attualmente possono contare su un organico di oltre 1.000 lavoratori”. Brioni, prosegue la nota, intende “mettere a disposizione delle risorse coinvolte, stimate fino a un massimo di circa 320 lavoratori tra diretti e indiretti di produzione, ogni più opportuno strumento per ridurre, quanto più possibile, il conseguente impatto sociale, comprese misure per il reimpiego”.
All’incontro erano presenti anche rappresentanti del ministero del Lavoro, della Regione Abruzzo, della Regione Lombardia e delle sigle sindacali rappresentate in Azienda.
Brioni, che parla di una decisione sofferta, ha ribadito che comunque continuerà ad agire in una logica di confronto costruttivo e di dialogo con i sindacati e con tutte le parti, per la difesa e rafforzamento del marchio che rappresenta.